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Previsioni incerte e contratti da rivedere: l'hockey americano fa i conti con la crisi

di Dario Ricci

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13 marzo 2009

Si sono ritrovati a Naples, in Florida, per il loro meeting annuale. Quaderno pieno di appunti, quello dei general manager della Nhl, impegnati a fare i conti con l'impatto che la crisi economica globale sta avendo (e avrà) sul ghiaccio della lega professionistica nordamericana. E le conclusioni – per forza di cose provvisorie, viste le quanto mai incerte previsioni su una situazione ancora tutta in via di svolgimento – presentano molti aspetti interessanti da analizzare, per capire l'organizzazione collettiva del "sistema-sport" a stelle e strisce, la capacità di "fare squadra" e ragionare insieme su interessi comuni, la costante attenzione alla qualità del "prodotto" (cioè il gioco) come miglior garanzia per il futuro dello "sport-show-business". Non sorprenda allora che, in tempi di crisi, oltre a tener d'occhio i bilanci i manager della Nhl pensino anche a come salvaguardare l'hockey dall'escalation del gioco violento.

Previsioni incerte – L'unico dato sicuro, almeno per il momento, è proprio l'incertezza. E, di conseguenza, la prudenza. Il commissioner dell'Nhl Gary Bettman ha detto chiaramente che è ancora impossibile prevedere quali potranno essere le conseguenze della crisi sul futuro della Lega a partire dalla stagione 2010-11. Per la prossima stagione il salary cap ( il "monte-ingaggi" utilizzabile da ogni franchigia) a disposizione dovrebbe essere confermato intorno alla cifra disponibile quest'anno (56,7 milioni di dollari), ma dall'annata successiva potrebbe esserci una significativa riduzione. Prospettiva che preoccupa general manager e giocatori. Proprio nel 2011 scadrà infatti l'accordo collettivo tra Lega e giocatori firmato dopo la serrata che fece saltare l'intero campionato 2004-05. L'idea di una significativa riduzione degli ingaggi agita i giocatori e rende di fatto impossibile alle franchigie operare sul mercato con prospettive a lungo termine. E l'incremento degli spettatori del 5% nella stagione in corso non basta a fugare le incertezze: la svalutazione del dollaro canadese ha già bruciato i potenziali ulteriori nuovi introiti.

I rimedi - «Siamo molto preoccupati per i contratti dei nostri giocatori che arrivano fino alla stagione 2010-11 – ha detto Brian Burke, general manager dei Toronto Maple Leafs - e pensiamo che la situazione economica possa farsi sentire in molto pesante. Anzi sarebbe un errore lavorare senza tener conto di questo possibile impatto». Inevitabili le ripercussioni sul mercato: «Stiamo discutendo su quanti accordi a lunga scadenza firmare», ha chiarito Ken Hollad, general manager dei campioni in carica dei Detroit Red Wings, che pure devono ridiscutere gli accordi con Johan Frazen e Marian Hossa, due dei principali "unrestricted free agents" della Lega. Lo stesso Burke ha proposto una via d'uscita: che siano le società coinvolte in uno scambio di giocatore a dividersi al 50% l'onere dell'ingaggio (ad esempio se la società A cede al club B un giocatore da 4 milioni di dollari, A pagherà 2 milioni d'ingaggio e B altrettanti). Soluzione che verrà ridiscussa in futuro: «Ne abbiamo parlato, ma le posizioni intorno al tavolo erano diverse. L'accordo collettivo è valido ancora per due stagioni: dobbiamo sfruttare questo periodo per studiare ora quei cambiamenti che potremmo adottare al momento della rinegoziazione», ha spiegato il commissioner Bettman.

Occhio al gioco – Intanto però l'attenzione dei vertici della Lega e delle franchigie rimane concentrata su quanto accade sul ghiaccio, sul "prodotto-gioco" che, in fin dei conti, è l'unica vera garanzia per management e giocatori. Ecco allora che sono state messe a punto penalità più pesanti per i giocatori che provocheranno risse in campo, e date maggiori possibilità d'intervento ai giudici di linea in caso di scontri fra giocatori in campo. La morte, nel gennaio scorso, del canadese Don Sanderson durante una rissa in una gara di una lega amatoriale è stato un segnale preciso, che nessuno nella Nhl ha voglia di sottovalutare.

13 marzo 2009
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