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Tiger Woods, il sogno americano sui campi da golf

di Dario Ricci

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14 novembre 2008
TigerWoods (AP Photo)

«Andiamo avanti bene con il ginocchio. Lavoro duramente tutti giorni e non ci sono stati contrattempi». Parole che fanno tirare un sospiro di sollievo all'America. E non solo a quella appassionata di golf. Perché Tiger Woods, il campione nero che è entrato nel mito di questo sport trionfando ad appena 21 anni e 3 mesi nel Masters 1997, conquistando consecutivamente i 4 Majors dall'U.S. Open del 2000 al Masters 2001, arrivando a guadagnare 122 milioni di dollari nel 2007 (in cima alla classifica degli sportivi più pagati al mondo), non è solo un emblema dello sport statunitense. Tiger è il simbolo stesso, l'incarnazione del sogno americano. È "uno che ce l'ha fatta", un figlio di un reduce del Vietnam e di una donna thailandese che ha conquistato il trono di uno sport tradizionalmente "bianco". Di più: dopo il suo trionfo nell'Open degli Stati Uniti a giugno, è l'uomo che ha trasformato un passatempo per ricconi in un vero e proprio sport.

Da passatempo a sport – Intendiamoci. Soprattutto nel mondo anglosassone, il golf è disciplina di lunga tradizione, capace di suscitare grandi passioni e gran dibattiti intorno a boccali di birra o bicchieri di whisky. Ma il trionfo di Tiger, infortunato e dolente, nello spareggio contro Mediate a Torry Pines ha fatto capire al globo intero che non solo di hobby per multimiliardari si tratta, ma di disciplina che richiede concentrazione, freddezza, ma anche un fisico in grado di reggere adeguatamente tensione e sforzi. Non a caso, appena una settimana dopo quella sfida all'ultima buca, Tiger è andato sotto i ferri del chirurgo, per un'operazione che lo terrà a bordo-green fino a inizio 2009.

Ritorno a Torry Pines – In realtà, Tiger sul green è già ritornato. Era lo scorso 21 ottobre, ma stavolta la Tigre non ha sfoderato i soliti colpi da maestro, ma ha anzi vestito i panni - per lui insoliti - del caddie. Ritorno sul campo comunque carico di significati e simboli, perché avvenuto proprio sul green di Torry Pines, nei pressi di San Diego, dove la tigre ha trionfato sei volte in carriera, l'ultima proprio nel leggendario playoff alla 19ma buca contro Rocco Mediate quattro mesi fa. Successo che a Woods è valso l'ennesimo Open degli Stati Uniti, è entrato nella sua personalissima bacheca come il 14esimo "Major" conquistato. E vittoria che ha consegnato Woods alla leggenda non solo per i due "birdie" fantastici con cui firmò la rimonta e sigillò il successo, ma soprattutto perché la Tigre giocò con un legamento del ginocchio sinistro lesionato e due fratture da stress nella gamba!

Caddie d'eccezione – «Ehi, ho sentito che stai cercando un caddie! Eccomi! Buongiorno: sono Tiger Woods!». Questa la scena che si è presentata al 59enne scrittore John Abel, tra i partecipanti del "Tee Off with Tiger", sponsorizzato dalla casa automobilistica Buick. Per tutta la giornata Woods si è prestato al ruolo del caddie, guidando il cart, portando le mazze, filmando i colpi di Abel e dando qualche prezioso consiglio al "titolare". «È stato il miglior caddie che abbia mai avuto, e non ho neppure dovuto darli la mancia!», ha commentato divertito Abel. A far sorridere Woods, invece, la speranza di poter tornare protagonista, ancora una volta, a Torry Pines nel febbraio 2009, per difendere il trionfo dello scorso anno nel Buick Invitational, che la Tigre ha conquistato nelle ultime 4 edizioni e per sei volte in tutto. La volontà c'è, ma l'ultima parola spetterà ora ai referti medici.

Pensiero fisso – Chiaro che la Tigre frema dal desiderio di tornare protagonista il prima possibile. Non a caso, il suo hobby preferito (ma anche un business dorato..) nel periodo di forzata inattività è proprio quello di disegnare nuovi campi da golf. Tre i progetti: uno a Dubai, uno in Messico e quello – presentato proprio nei giorni scorsi – in North Carolina, a High Carolina, vicino Asheville, a circa 1200 metri sul livello del mare. Il campo dovrebbe essere terminato entro il 2011.

Futuro in politica? – Intanto, dopo l'ascesa di Barack Obama alla Casa Bianca, qualcuno comincia a ipotizzare uno sbarco in politica anche per quello che di fatto, nell'ultimo decennio, è stato uno dei più influenti campioni di origine afroamericana negli Stati Uniti, e nell'intero mondo dello sport. Lui si schermisce, preferendo invece sottolineare l'importanza dell'elezione di Obama (con cui però non ha ancora un'amicizia diretta): «Sarà uno dei più importanti giorni nella storia dell'America, quando si insedierà ufficialmente per la prima volta alla Casa Bianca», spiega Tiger. Intanto, a legare i due, c'è la comune passione per mazze e birdie (più volte, durante al campagna elettorale, il neo presidente si è rilassato sul green, pur preferendo l'amato basket). Senza contare che un recente articolo di "Usa Today" ha evidenziato che – con Obama – salgono a 14 (sugli ultimi 17) i presidenti americani con l'hobby del golf. Insomma, se solo Tiger un giorno volesse farci un pensierino, la strada verso Washington sarebbe spianata.

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