Un volume d'affari quattro volte superiore a quello registrato a fine 2007, che raggiungerà il tetto degli 1,5 miliardi di euro entro il 2013. Il salto in avanti in oggetto è accreditato, dalla società di ricerca giapponese Fuji Chimera Research, agli schermi Oled (Organic light emitting diode, componenti che emettono luce propria in presenza di elettricità), i Tv ultrapiatti ad altissima resa di immagine che molti pensano possano prendere il posto in futuro degli apparecchi a cristalli liquidi e al plasma. La stima di cui sopra, oltretutto, potrebbe essere anche rivelarsi errata in difetto, ma aggiungono gli analisti, tutto dipenderà dalle strategie dei produttori di televisori.
Due di queste Toshiba e Matsushita-Panasonic, hanno annunciato la scorsa settimana di aver sviluppato un pannello Oled con la più lunga aspettativa di durata e livelli di efficienza energetica mai ottenuti finora. Il prototipo partorito dalla joint venure che lega le due grandi dell'elettronica di consumo giapponesi (Toshiba Matsushita Display Technology, di proprietà al 60% di Toshiba e al 40% di Matsushita Electric Industrial) è di 2,2 pollici e pare abbia un'autonomia di 60.000 ore (la stessa di un Lcd di nuova generazione) e un consumo di soli 100 milli Watt. Per il momento questo micro display, il cui inizio di produzione è fissato per la primavera del 2009, verrà utilizzato per telefoni cellulari e altri dispositivi mobili ma la possibilità che più in là venga sfruttato per i televisori è tutt'altro che remota.
La notizia di cui sopra si aggiunge a quelle che negli scorsi mesi hanno visto alla ribalta Samsung e Sony, entrambe impegnate a vari livelli nello sviluppo di soluzioni a tecnologia Oled. Quest'ultima in particolare, prima al mondo ad aver portato sul mercato alla fine dello scorso anno un Tv con display da 11 pollici illuminato da diodi organici, ha lasciato intendere dalle colonne del quotidiano d'affari Nikkei che inizierà a vendere dal 2009 tali prodotti anche in Europa, dopo il battesimo in Giappone e il già avvenuto debutto negli Stati Uniti. Tempi e modi (leggi prezzi di listino, il modello da 11 pollici costa l'equivalente di circa 1.300 euro) sono ancora "top secret". Non è invece un mistero invece che la stessa Sony sia al lavoro con altre aziende giapponesi (guarda caso anche la joint venture Toshiba Matsushita Display Technology) in un progetto promosso dal governo nipponico per sviluppare nuovi sistemi di produzione di schermi Oled di grandi dimensioni.
Il successo di questa tecnologia nel mercato dei Tv che conta – e cioè dal 32 pollici in su - è infatti legata a filo doppio ai costi di produzione su larga scala dei pannelli. Il mercato dei televisori a schermo piatto si sta spostando verso i maxi formati (40 pollici e oltre) ad alta definizione ed è questa la sfida che sono chiamati ad affrontare gli schermi Oled per pensare di scalfire il dominio degli Lcd. Gli Oled, oltretutto, devono superare un altro ostacolo non di poco conto, quello della durata del display. Stando infatti alle prove effettuate dagli analisti di DisplaySearch sul modello Sony da 11 pollici attualmente in commercio, il degrado della qualità visiva si rende evidente dopo sole 1.000 ore di utilizzo e si dimezza dai livelli originari dopo 17.000. Le 30.000 ore, circa 10 anni di vita media, che garantiscono gli attuali Lcd sono quindi un traguardo lontanissimo ma a più riprese i vertici del colosso di Tokyo hanno sminuito il fatto mettendo in evidenza i nuovi progressi compiuti nel frattempo sulla tecnologia che fa funzionare i pannelli. E rilancia, anche dopo aver messo sul piatto oltre 200 milioni di dollari di nuovi investimenti: dopo il modello da 11 pollici il prossimo step annunciato è una Tv Oled da 27 pollici che potrebbe arrivare anche entro l'anno sul mercato. Poi la nuova frontiera saranno i formati da 37, 46 e 52 pollici. Solo una questione di tempo, secondo Sony. (G.Rus.)
