Nel mondo si vendono oggi, i dati sono di Gartner, circa 300 milioni di cellulari a trimestre. Una buona fetta sono telefonini "basic", che non vanno molto al di là delle sole funzioni vocali e che continueranno a essere per un po'i prodotti best seller nei mercati cosiddetti emergenti. Parimenti la diffusione dei servizi Internet in mobilità è ormai inarrestabile e coinvolge milioni e milioni di utenti in possesso di terminali multifunzione attraverso i quali navigare on line, utilizzare programmi avanzati di messaggistica e produttività e fruire di contenuti digitali audio e video. Due tendenze che stanno segnando in modo decisivo l'evoluzione dell'industria mobile e che, inevitabilmente, mettono in un angolo i telefonini di fascia media, tutti quegli apparecchi che stanno a metà strada fra gli smartphone di nuova generazione e i cellulari low-cost.
Secondo uno studio di Abi Research, che ha messo a fuoco questa evidenza, fra cinque anni le vendite dei telefonini di fascia media saranno dimezzate, passando dagli 854 milioni di pezzi venduti nel 2007 ai 441 milioni previsti nel 2013. Se così fosse, l'attuale scenario del mercato dei cellulari sarebbe completamente rovesciato: l'anno passato i cellulari mid-range hanno coperto il 74% della domanda globale, quelli a basso costo il 16% e quelli "intelligenti" il 10%. Nel 2013, a detta degli analisti di Abi, i primi non cattureranno che il 23% delle vendite, contro il 46% dei telefonini basic e il 13% degli smartphone.
A favore di questi ultimi, come è noto, giocano due fattori importanti. I prezzi di vendita, che diminuiranno sensibilmente nell'immediato futuro, e il fatto di operare all'interno di sistemi operativi aperti (ai software di terze parti e sviluppatori), che garantiscono agli utenti una più vasta scelta di applicazioni a forte ritorno economico per gli operatori. A godere del cambiamento delle dinamiche di domanda sarebbero quindi le aziende - Nokia con il nuovo corso di Symbian e Google con la piattaforma Android – che più punteranno su piattaforme open source, riducendo i costi di sviluppo per ogni singolo terminale e personalizzando maggiormente gli stessi in funzione della domanda dei consumatori. Venendo però meno la consistente fetta dei cellulari "mid range", molti produttori si troveranno secondo Abi a un bivio: cambiare strategia e aggiornare i rispettivi cataloghi di prodotto o rischiare di essere travolti da profitti che potrebbero radicalmente ridursi per effetto del nuovo "market mix". (G.Rus.)