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STS-119 raddoppia la capacità della Stazione spaziale

di Gigi Donelli

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11 MARZO 2009

Raddoppiare lo spazio abitabile e rendere la base orbitante un vero laboratorio di ricerca avanzata in servizio permanente effettivo. Farne la vera piattaforma di lancio per i prossimi balzi verso la Luna e Marte. A oltre 10 anni dalla posa della prima "pietra" la Stazione Spaziale Internazionale (SSI) si prepara a rivoluzionare la propria capacità abitativa per passare da tre a sei astronauti. Per farlo manca energia e per questo l'utima grande ristrutturazione in orbita è affidata alla missione STS-119 dello Shuttle, che dovrebbe partire domani notte dopo cinque rinvii, dalla piattaforma 39A del Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida. Il grande balzo verso l'orbita terrestre è previsto nella serata americana, quando in Italia saranno le 3 e 20 minuti di giovedì 12 marzo.

La missione nello stemma
Sette astronauti in cabina per una misione che contempla anche il cambio di equipaggio della stazione. Nella stiva del Discovery, in questa che è le 28esima missione di costruzione della stazione, attende di essere dispiegato in orbita il segmento S6 che, come descrive chiaramente lo stemma della missione (vd. Foto) contiene l'ultimo dei quattro gruppi di pannelli solari che alimentano la vita di bordo. Con 375metri quadri di superficie e 58 metri di lunghezza, i pannelli sono la corona energetica di questa imponente struttura. L'alimentazione della stazione spaziale è fornita dalla nostra stella e catturata dai pannelli, che convertono la luce in corrente elettrica. Forniscono tensioni comprese tra 130 e 180 volt poi convertita a 124 per le esigenze degli utilizzatori.

Elektron, supporto vitale
La corrente elettrica, prima ancora che per gli strumenti, le luci e gli apparati di bordo, è indispensabile per attivare il sistema Elektron che genera ossigeno a bordo della stazione tramite l'elettrolisi dell'acqua. Un primo apparato di progettazione sovietica e produzione russa è stato poi "raddoppiato" da un omologo strumento americano. Entrambi fanno parte del "Life Support System" che provvede a controllare le condizioni atmosferiche, la pressione, il livello di ossigeno, l'acqua e la presenza di eventuali fiamme libere.

Quasi 60mila orbite
Con quasi sessanta mila orbite intorno alla Terra e nonostante gli enormi problemi tecnici ed economici incontrati nella sua lunga costruzione, la Ssi resta la più grande opera di ingegneria scientifica mai tentata dall'uomo. Visitata da astronauti di 16 diverse nazioni (tra loro gli italiani Umberto Guidoni, Roberto Vittori e Paolo Nespoli) e da sei turisti spaziali, vola a oltre 27mila km orari intorno alla Terra compiendo 15 orbite al giorno. A bordo della stazione si moltiplicano gli esperimenti sui materiali, le indagini nel campo della microgravità impossibili altrove, senza trascurare il grande lavoro di conoscenza sulla fisiologia degli uomini e delle donne che saranno i protagonisti delle future missioni esplorative. Per lo Shuttle un destino intrecciato a quello della SSI: per la navicella lanciata per la prima volta nel 1981, si prevede infatti il pensionamento a fine 2010 proprio in coincidenza con il completamento della stazione.

11 MARZO 2009
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