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Dal 2016 parte lo Space Shuttle europeo

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20luglio 2009
(Esa)

Parlerà italiano lo "Space Shuttle" europeo: dal 2016 porterà 2 tonnellate di apparecchiature e generi di conforto su e giù per la stazione spaziale orbitante, e entro al 2024 potrà traghettare 4 astronauti. Il via allo sviluppo del prototipo, grande un quarto della versione operativa, è stato dato con la firma del contratto tra l'Agenzia spaziale europea (Esa) e Thales Alenia Space, partecipata al 33% dalla nostra Finmeccanica, capofila della missione con una quota del 45%.

Il contratto siglato ieri vale 18 milioni di euro, mentre l'intero progetto dovrebbe mobilitarne una cinquantina. Poca cosa rispetto alle grandi opere spaziali europee nelle quali il nostro paese non ha certo un ruolo di primissimo piano. Ma sono davvero consistenti i contenuti tecnologici e strategici del sistema Expert, che sta per Experimental Re-entry Test-bed, che gli artefici italiani del progetto traducono in "sistema di prova per l'investigazione delle tecnologie di rientro atmosferico".

La missione del modulo sperimentale, 1,5 metri di lunghezza e 1,3 di larghezza per un peso di 450 chili, partirà con un razzo russo dalla base di Kourou (Guyana Francese) davvero molto presto, nell'ottobre del 2010. Gli strumenti di bordo investigheranno i fenomeni fisici che incontra una navicella al suo rientro dallo spazio, serviranno a mettere a punto le caratteristiche definitive del nuovo Shuttle e acquisiranno dati utili anche per le navicelle delle prossime generazioni.

«Thales è un percorso di continuità - sottolinea il presidente e amministratore di Thales Alenia Space Italy, Luigi Pasquali - al contributo che abbiamo dato alla realizzazione della stazione spaziale internazionale. Lo sviluppo della Iss è in fase di maturità e ora si passa alla logistica, cercando nuovi modi per raggiungere la Iss e soprattutto per il rientro a terra autonomo».
La sigla dell'accordo per il modulo sperimentale «rappresenta un passo importante - rimarca Simona Di Pippo, direttore del programma voli abitati dell'Esa - per il futuro delle missioni europee, e segna il superamento di una fase di stallo in questo settore che avrebbe rischiato di far perdere all'Esa importanti opportunità internazionali». (F.Re.)

20luglio 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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