Anno 2154, la RDA Corporation ha deciso di accelerare l'estrazione di minerale di unobtamio su Pandora, un corpo celeste lussureggiante che ruota come una luna intorno al gigantesco pianeta gassoso Polifemo. Accade lontano da casa, e siamo nel mondo del fantasy, liberi dunque di aggiungere alla trama del film di James Cameron che la luna abitabile, scovata all'ombra di un grande pianeta gassoso, era stata intuita 140 anni prima, intorno al 2014, da un vascello esplorativo terrestre chiamato Keplero…
Falso, per adesso, ma suggestivo. Vero è, invece, che proprio mentre si rinnova l'alleanza di emozioni tra cinema e ricerca di punta, l'agenzia spaziale degli Stati Uniti annunci che – grazie al suo fotometro puntato sull'universo – l'osservatore spaziale Keplero abbia appena catturato i primi 5 esopianeti di quella che sarà con ogni probabilità una lunghissima serie.
Keplero fa sul serio - Lanciato il 6 marzo del 2009 da Cape Canaveral, l'osservatorio Keplero – cacciatore di pianeti esterni al nostro sistema solare - è un cilindro di una tonnellata di peso e mezzo miliardo di costo che si è messo al lavoro solamente a ottobre, per una missione esplorativa della durata prevista di 4 anni. Il suo compito è molto preciso: individuare intorno ad un campione di 150.000 stelle della nostra galassia quei corpi orbitanti – pianeti e lune – che per dimensioni e distanza dai rispettivi soli potrebbero avere condizioni compatibili con le forme di vita che conosciamo e di cui facciamo parte.
Si fa presto a dire pianeti - Non pianeti qualsiasi, dunque. Ma pianeti vivibili perché si fa presto a dire pianeta fantasticando nella volta stellata. Lo è la Terra ma anche il gelido Plutone e il gigantesco Giove, che nonostante sia grande più di 300 volte il nostro non ha nemmeno un punto di appoggio ne un orizzonte cui affacciare il nostro futuro. Fuori dal nostro sistema solare negli ultimi 15 anni sono stati trovati più di 300 mondi accertati ma non esisteva ancora uno strumento lanciato apposta per farlo. Costretti dalla tecnologia all'osservazione indiretta si punta una stella e si legge la variazione di luce o addirittura il profilo di un corpo molto più piccolo che gli passa davanti. Gli esopianeti di prima generazione sono campioni della famiglia interplanetaria dei giganti gassosi, enormi, caldissimi e inconsistenti come e più di Giove e Saturno. Belli da osservare e probabilmente inutili, a meno che non si cerchi nelle lune che orbitano intorno a loro.
Pandora ci aspetta - E rieccoci dunque a Pandora, la luna verde che nel film Avatar ruota intorno a Polifemo. Arrivare a dire come ha fatto Lisa Kaltenegger, astrofisica dell'Harvard-Smithsonian Center di Cambridge, Massachussetts, che da qualche parte Pandora esiste già e si tratta solo di scoprirla non è poi un così grande azzardo. Solamente nella nostra galassia 200miliardi di stelle attendono di essere osservate da vicino, e il fatto che per avere una risposta potremmo essere costretti ad attendere qualche secolo non è una buona ragione per escluderlo.
Prova generale su Titano - D'altra parte una sorta di Pandora in versione troppo fredda l'abbiamo già: si chiama Titano ed è la più grande luna di Saturno. E' uno dei corpi rocciosi più massicci del sistema solare, ha un'atmosfera densa e dominata dall'azoto che complica le osservazioni da terra. Il lander Huygens che 5 anni fa l'ha raggiunta sganciandosi dall'esploratore Cassini, ha osservato una superficie composta da vaste regioni di terreno, chiare e scure e ha ipotizzato che queste ultime potrebbero essere mari di metano o etano. Al centro una terra grande quanto l'Australia è stata chiamata Xanadu. Insomma, quanto basta per alimentare la fantasia e il desiderio di ricerca, aspettando di scoprire Pandora.
