La missione permetterà di prolungare fino al 2014 la vita operativa dello "Hubble", che recentemente aveva sofferto di numerosi guasti meccanici. Nel corso di ben cinque passeggiate spaziali sono stati cambiati i sei giroscopi, le batterie, il sistema di protezione termica e il sistema informatico; sono inoltre stati installati due nuovi apparecchi, uno spettrografo per raggi cosmici e appunto un obbiettivo grandangolo; il tutto dovrebbe migliorare da 10 a 70 volte le capacità dello Hubble, in grado così di rilevare oggetti risalenti a 500 milioni di anni dopo il Big Bang contro l'attuale miliardo di anni.
In orbita dal 1990
Lanciato nel 1990, lo Hubble viene però considerato dagli astronomi ancora uno strumento di assoluta avanguardia, anzi insostituibile: non vi è nulla di simile in orbita per quanto riguarda l'astronomia nel campo della radiazione visibile; le moderne reti di telescopi sulla Terra possono raggiungere in alcuni casi la stessa risoluzione, ma l'atmosfera terrestre li rende 'ciechi' all'infrarosso e all'ultravioletto.
Il futuro è James Webb
Proprio l'infrarosso dovrebbe essere il punto di forza del "James Webb Space Telescope", il cui lancio è in programma per il 2013 e che dovrà lavorare fianco a fianco con lo Hubble per poi sostituirlo. Il telescopio era stato così battezzato in onore di Edwin Hubble, l'astronomo americano a cui si deve la costante che definisce il tasso di espansione dell'universo.