Il pianeta del mattino, del vespro, ma anche il pianeta più infernale tra quelli più simili alla Terra. Questo è Venere. Pur essendo il pianeta "gemello" della Terra risulta essere ancora oggi tra gli oggetti più misteriosi del sistema solare. Venere, infatti, è avvolto da una densa atmosfera che rende impossibile osservare la superficie. L'atmosfera è composta per lo più da anidride carbonica al cui interno vi sono nubi in continuo movimento ed evoluzione e composte da acido solforico, di cui, fino ad oggi, si conosceva davvero poco.
L'occhio europeo
Ma ora una serie di fotografie recentemente riprese dalla sonda dell'Agenzia Spaziale Europea "Venus Express" in orbita attorno a Venere offrono una nuova possibilità di studio dell'involucro del pianeta, nubi comprese. "Dalle immagini si scopre che il contrasto di chiari e scuri osservato in luce ultravioletta non è dovuta alla differente altezza delle nubi, come si era pensato fino ad oggi, ma ha origine nella temperatura e nella dinamica dell'atmosfera. Ciò ha ricadute importanti nella comprensione della meteorologia di Venere", ha spiegato Giuseppe Piccioni, Principal Investigator dell'IASF-INAF di Roma. Le nuvole inoltre, non appaiono uniformi, il che indica una distribuzione disomogenea di elementi, ancora sconosciuti, in grado di assorbire la radiazione. Un altro elemento scoperto da Venus Express è il fatto che a basse e medie latitudini, la sommità delle nubi è collocata a circa 72 km sopra la superficie del pianeta, sia per le regioni più luminose che per quelle più scure.
L'aiuto italiano
I risultati sono stati ottenuti da due strumenti a bordo della sonda venusiana, il cui responsabile è Dimitri Titov del Max Planck Institut di Lindau, in Germania. Il primo strumento è lo spettrometro VIRTIS (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer), prodotto dall'Agenzia Spaziale Italiana, che ha come Principal Investigator Piccioni, il quale studia l'atmosfera fotografandola nel visibile e nel vicino infrarosso, e VMC (Venus Monitoring Camera), che opera invece, nella radiazione ultravioletta.
La superficie
Pur non essendo visibile dallo spazio e tanto meno dalla Terra la morfologia della superficie venusiana è stata studiata in dettaglio attraverso le onde radar della sonda Magellano che tra il 1990 e il 1994 orbitò attorno al pianeta, rilevando particolari che ancora oggi sono al vaglio dei ricercatori.
Impressionanti sono i vulcani, che forse potrebbero essere attivi ancora oggi, con colate che raggiungono centinaia di chilometri di lunghezza. I crateri sono numerosi, molti dei quali sembrano essersi formati su una superficie quasi plastica e non esattamente solida come ci si aspetterebbe per una superficie esterna di un pianeta simile alla Terra. In realtà ciò è dovuto alle elevate temperature che, a causa dell'effetto serra prodotto dall'anidride carbonica, raggiungono valori di circa 470° centigradi e rendono "plastico" il terreno superficiale. Un mondo infernale dunque, che verrà studiato ancor più in dettaglio dalla sonda Venera-D, che i russi progettano di lanciare verso Venere attorno al 2013.