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Il salone: novità e trend

Spostare la frontiera è la risposta dei big alla deflazione

di Luca De Biase

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6 gennaio 2010

Si va al negozio. Si confrontano i prezzi. Si studiano le funzioni. Si valutano le performance. Si fa appello a tutte le proprie conoscenze. E con livelli differenziati di ansia, legati all'esperienza di ciascuno, si sceglie. Sapendo che in sei mesi il prodotto acquistato sarà obsoleto. Era un'esperienza comune a chi comprava un computer: oggi vale anche per i telefonini, le macchine fotografiche, i televisori, le videocamere e buona parte dell'elettronica di consumo. Perché ormai si tratta di un'unica industria. Che si alimenta di prezzi in costante pressione al ribasso e da continui balzi innovativi che sembrano determinare una crescente complessità. Come far fronte?
Si tratta di un settore che vale globalmente circa 700 miliardi di dollari, secondo la Consumer Electronics Association. E che coinvolge centinaia di migliaia di imprese. Accomunate alla logica dell'informatica e delle telecomunicazioni da una dinamica mozzafiato: chiamata nel fortunato libro di Graham Tanaka "deflazione digitale". E molto più spesso: "legge di Moore".
La crescita esponenziale della capacità di elaborazione dei microprocessori a parità di prezzo, osservata già nel 1965 da Gordon Earle Moore, uno dei fondatori dell'Intel, ha scandito il tempo dell'innovazione elettronica fino a oggi. Determinando contemporaneamente una tensione fortissima all'introduzione di novità che potessero sfruttare l'efficienza crescente dei microprocessori e delle memorie, una compressione dei profitti in tutti i comparti non protetti da posizioni monopolistiche o dall'"effetto-rete", una tendenza nei clienti a cambiare regolarmente le dotazioni tecnologiche. Il che si è diffuso a ogni settore i cui prodotti non esistono senza chip. Connotando il mercato con un carattere abbastanza peculiare, per il quale l'offerta crea la sua domanda: sicché i produttori non cessano di cercare ogni modo per stupire i consumatori con le loro novità e spiazzare la concorrenza.
Con l'avvento di internet e la digitalizzazione dei contenuti, con la diffusione globale dei telefonini e la convergenza della tv nell'elettronica, quando la dinamica dell'informatica è diventata pane quotidiano dei consumatori, le direzioni dell'innovazione si sono moltiplicate. La convergenza, vista con largo anticipo da Nicholas Negroponte, che sulla base di quell'intuizione ha fondato la fortuna del suo MediaLab al Mit, è andata in direzioni molto più complesse di quanto si immaginasse nel secolo scorso. Non più soltanto la muscolare accelerazione delle performance dei chip, inseguita dalla crescente varietà di funzioni del software, che a sua volta generava l'esigenza di una crescita dei microprocessori. Ma un florilegio di direzioni innovative, per le quali la qualità dell'immagine, la velocità dell'interazione, la portabilità diventavano altrettanti terreni del gioco competitivo. Sicché qualcuno ancora si stupisce nel vedere che la velocità delle console per videogiochi ha superato quella dei computer, la portabilità dei piccoli computer chiamati smartphone ha aperto nuove immense opportunità per l'industria del software, la connessione nei social network ha creato nuove piattaforme per servizi e programmi.
L'innovazione a questo punto si descrive soltanto ricorrendo alla metafora dell'"ecosistema" nel quale le varie "specie" sopravvivono e si adattano in base a una sorta di teoria "evoluzionistica" della tecnologia.
E mentre i nerd continuano a combattere, quote crescenti di consumatori cercano oasi di pace, nelle quali affidarsi all'interpretazione della dinamica innovativa sintetizzata dai marchi dei più credibili produttori: Apple, Nintendo, Amazon, Nikon, Sony, Nokia, Google. Tanto che oggi la convergenza che conta è alla frontiera – umanistico-scientifica – tra il design e la tecnologia.
Chi riesce a convincere un popolo di seguaci e crea una piattaforma nella quale governa il processo, ritrova margini di profitto e batte la deflazione digitale. Per un po'.

6 gennaio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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