Se il programma di migrazione non subirà intoppi di alcun genere, entro fine anno il 30% delle famiglie italiane - circa sette milioni di abitazioni delle province di Aosta, Torino, Cuneo, Trento e Bolzano e di Lazio e Campania - sarà passato completamente alla Tv Digitale.
La penetrazione dei decoder è il termometro più affidabile per misurare come il fenomeno è stato accolto dai consumatori e secondo i dati raccolti i primi riscontri sono positivi: a Roma e Torino, a seguito dello "switch-over", circa il 70% delle famiglie si sarebbe infatti dotato di un ricevitore, mentre a Napoli sarebbero sin d'ora oltre il 40% le case equipaggiate con l'apposito scatolotto per il digitale terrestre. Altri segni tangibili di un fenomeno che sta prendendo piede, seppur con qualche diffuso disservizio, li ha forniti l'Auditel, secondo cui nel mese di agosto le utenze in possesso di decoder, esterno o integrato nella Tv, risultavano essere a livello nazionale più di 8,5 milioni, un numero doppio rispetto ad agosto 2008 e pari al 35% del totale delle famiglie italiane. Più il processo di migrazione procede più crescono di conseguenza anche gli ascolti, tanto che lo share medio mensile della Tv digitale ha raggiunto il mese scorso il 15,6%, a fronte del 5,4% registrato l'anno precedente.
La corsa all'acquisto del decoder, e questo è forse il dato più significativo in assoluto per il settore, non si è quindi fermata e, anzi, ha avuto una discreta accelerazione. A Maggio, i dati sono di Gfk, sono stati venduti poco meno di 1,1 milioni di ricevitori digitali (più del doppio rispetto ad aprile), a giugno gli acquisti hanno superato quota 1,3 milioni mentre a luglio sono andati oltre il milione di unità. Fa specie notare come la metà dei decoder venduti nel mese fossero integrati nel televisore e, soprattutto, come di quelli acquistati separatamente con funzionalità interattive Mph (abilitati cioè ai programmi a pagamento) solo 3.500 siano stati acquistati con il contributo statale di 50 euro. Quelli non finanziati sono stati invece 117mila mentre i modelli economici "zapper" finiti nelle case italiane 432mila. La scelta degli italiani cade quindi su decoder che costano poco e ciò significa che viene privilegiato il prezzo rispetto alle funzionalità: se per precisa scelta o per limitata conoscenza non è possibile saperlo ma la sensazione è che molti acquisti siano stati poco consapevoli e ponderati.
Da febbraio 2004 il totale dei decoder venduti, fra integrati ed esterni, è arrivato infine a sfiorare i 18 milioni mentre quello delle schede Cam (Conditional access module) necessarie per accedere ai canali pay del digitale terrestre con un televisore dotato di ricevitore integrato è salito da inizio anno a 236mila, con una media di circa 35mila pezzi venduti al mese. Guardando a questi ultimi numeri si intuisce come molte famiglie italiane non siano al momento ancora attratte dall'idea della Tv a pagamento e abbiano quindi recepito il passaggio da analogico a digitale come un "qualcosa" di dovuto. La percentuale di decoder abilitati alla lettura delle schede pay è infatti minoritario e questo comporterà per gli stessi consumatori un nuovo esborso quando decideranno di ampliare il palinsesto di canali a propria disposizione. Sempre che la copertura del segnale sia garantita e che l'utente non abbia velleità di guardare canali in alta definizione. (G.Rus.)
