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Digitale terrestre, un italiano su tre è (quasi) pronto

di Antonio Noto

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16 ottobre 2009

Gli italiani ancora non si sono perfettamente adeguati al nuovo sistema del digitale terrestre. Poco più di uno su tre, infatti, ha acquistato il decoder esterno o un nuovo apparecchio televisivo per ricevere il segnale. Certo, il ritardo si accumula prevalentemente nelle zone in cui lo switch off ancora non è avvenuto. E tuttavia lo scarto non è così largo come ci si aspetterebbe: anche nelle aree già interessate dal passaggio la percentuale di chi ha già fatto l'acquisto è inferiore al 50%.

Chi si è attivato verso la nuova tecnologia lo ha fatto soprattutto nell'ultimo anno, e ha optato per un passaggio morbido: la maggioranza ha infatti privilegiato la tecnologia zapper, quella cioè che amplia il parco canali disponibili senza includere tra questi i canali a pagamento.
Non ci sono stati particolari problemi nell'utilizzo dei nuovi strumenti: chi ha installato l'apparecchio dichiara di averlo fatto con notevole facilità, senza ricorrere all'ausilio di un tecnico. Certamente ha aiutato il fatto di non dovere acquistare una nuova antenna o un nuovo televisore, come ha dichiarato la maggioranza degli intervistati.

Le abitudini di consumo, tuttavia, non sembrano avere subito grossi stravolgimenti: solo la metà di coloro che dispongono del digitale terrestre dichiara di utilizzarlo abitualmente o con una certa frequenza, e ciò avviene soprattutto nelle aree già protagoniste dello switch off. Del resto, rispetto alle aspettative maturate nel passato il giudizio sul nuovo sistema è moderatamente positivo, senza cioè particolare enfasi: se più di un cittadino su tre si reputa soddisfatto, oltre la metà dei fruitori dichiara di sentirsi indifferente o, in una percentuale minore, deluso. Evidentemente la qualità della visione - quasi unanimemente giudicata superiore rispetto a quella del vecchio sistema – non ha rappresentato un incentivo decisivo alla modifica delle proprie abitudini e alla formulazione della propria opinione in merito.

Certo, la scelta di puntare prevalentemente sull'ampliamento dell'offerta in chiaro, senza includere dunque la maggiore varietà di opzioni rappresentata dai canali a pagamento, può avere limitato la percezione dei vantaggi connessi all'utilizzo della nuova tecnologia. La quale, tuttavia, ha comportato qualche problema di ricezione: più della metà degli intervistati – prevalentemente nelle zone non interessate dallo switch off - ha dichiarato infatti di avere sperimentato delle difficoltà nel sintonizzarsi su determinati canali. A tale proposito, le maggiori difficoltà sono sorte con il segnale delle reti Rai, molto meno con quelle di Mediaset.

Antonio Noto- Direttore IPR Marketing

16 ottobre 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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