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I primi dieci giorni della tv digitale in Sardegna

di Maria Raffaela Ulgheri

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24 ottobre 2008


CAGLIARI - La Sardegna ricorderà il 15 ottobre di quest'anno come una data epocale. Le emittenti nazionali e locali, in queste settimane provvedono infatti allo spegnimento del segnale analogico e all'accensione di quello digitale in maniera progressiva nelle diverse zone dell'Isola. Quattro le aree tecniche in cui è stata suddivisa la regione: dal 15 al 16 ottobre è stata la volta dell'Ogliastra e del Sarrabus; dal 17 al 20 ha dato l'addio alla televisione analogica il cagliaritano e il medio campidano; dal 21 al 24 la zona di Oristano e del nuorese; e dal 27 al 31 sarà la volta di Sassari e della Gallura.
I sardi si trovano così a fare da apripista nell'utilizzo della tecnologia digitale terrestre, sia rispetto ai connazionali che agli altri cittadini dell'Unione Europea. «In Sardegna ci sono 1 milione 600mila abitanti - afferma Eva Spina, a capo della task force istituita dal ministero dello Sviluppo Economico e delle Comunicazioni -, verranno effettuate 820 transizioni in 15 giorni, e tutto il processo si sta svolgendo in maniera regolare e senza alcun problema tecnico».

Il Ministero ha creato un numero verde (800-022000) che gli utenti possono contattare per sapere in quale giorno il comune interessato vedrà lo spegnimento definitivo dell'analogico «Ma nella maggior parte dei casi – continua Spina – le richieste riguardano le modalità di sintonizzazione dei decoder». Sono nati anche due siti internet, uno creato dal Ministero, www.decoder.comunicazioni.it, l'altro dalla regione Sardegna, www.sardegnadigitale.it, oltre che un canale digitale dedicato (canale 50).
L'Isola dal 2004 ha potuto contare su un contributo statale per l'acquisto dei decoder (i modelli tipo Mhp oggetto di contributo sono elencati nel sito istituito dal Ministero) e a oggi il numero degli apporti erogati è arrivato a quota 352mila.
Il Governo calcola che entro il 2010 il 70% della superficie del paese sarà coperto dal segnale digitale, con un continuo aumento di servizi e prodotti. Il dato è confermato dalla relazione del sottosegretario alle comunicazioni, Paolo Romani, secondo il quale verrà anche rispettato il traguardo previsto per lo switch off definitivo del 2012 in base all'andamento delle vendite dei digitali terrestri «una proiezione ci dice che, con l'attuale ritmo di diffusione (300.000 ricevitori al mese), un ritmo fisiologico e non determinato da alcuna operazione straordinaria, con circa 4 milioni di ricevitori l'anno, entro il 2012 avremmo ampiamente raggiunto l'universalità delle famiglie italiane non considerando neanche la naturale accelerazione che vi sarà con il progressivo passaggio di aree regionali al digitale integrale».
Le prospettive sembrano dunque rosee, nel futuro dell'offerta televisiva della regione Sardegna e, nei prossimi mesi, nelle altre regioni d'Italia, ma sondando il sito dell'Adiconsum, l'associazione dei consumatori che ha aperto uno sportello telematico per gli abitanti delle zone già interessate dallo switch off, leggiamo pareri discordi. «Anche oggi a Cagliari la Rai sul digitale terrestre non è visibile». Afferma un utente in data 22 ottobre, e un altro il 21 «a Cagliari dal giorno dello switch off del segnale analogico è impossibile vedere Rai1, Rai2 e Rai3, ho appena chiamato il numero verde e l'operatore mi ha risposto che dipendeva dal mio decoder». Non sono le uniche voci, anche commenti positivi dagli utenti sardi «io da Cagliari, prima con l'analogico ricevevo solo una decina di canali,(…) ora con il digitale terrestre i canali che ricevo si sono decuplicati e sono diventati circa una novantina».
Il problema però, secondo la dirigente del Ministero, è di facile soluzione: «Con il passaggio al digitale terrestre c'è stata una razionalizzazione delle frequenze per cui ogni emittente ha una corsia unica, chi, come la Rai, aveva più frequenze nell'analogico, deve spostarsi su un'unica frequenza che è la stessa per tutta l'Isola, questo processo si chiama Isofrequenza (Sfn). Perciò chi non riesce a sintonizzarsi sull'emittente pubblica deve ricercare la frequenza esatta con il contributo dato dal nostro numero verde e sul nostro sito».

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