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Copertura, contenuti, tecnologia: ecco perché il satellite «free to air» piace

di Gianni Rusconi

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14 dicembre 2009

Oltre 1,9 milioni di case italiane raggiunte attraverso i suoi numerosi satelliti e un bouquet di offerta di 330 canali internazionali gratuiti: i numeri di Ses Astra (http://www.ses-astra.com/business/it/index.php), vero e proprio gigante dei sistemi di trasmissione digitale "direct to home" in Europa, dove può vantare una fetta superiore al 70% dell'offerta televisiva satellitare "free to air" nel suo complesso, parlano da soli e testimoniano quanto sia rilevante la presenza della Tv satellitare non a pagamento anche nel nostro Paese. Lo riprova un altro dato, aggiornato a tutto dicembre 2008, quando le abitazioni con accesso alla Tv digitale satellitare erano nel complesso circa 7,4 milioni e di queste poco meno di 2,8 milioni, circa un terzo quindi, si servivano di servizi (e decoder) satellitari "free to air". La rivoluzione del digitale terrestre è in pieno svolgimento ma chi come, Ses Astra, ha dalla sua una flotta di 15 satelliti nella sola Europa, 95 milioni di case raggiunte e circa 2.500 canali disponibili fra radio, Tv e servizi interattivi non può certo temere l'avanzata del Dtt. Anzi. L'obiettivo è quello, apertamente dichiarato, di diventare un operatore alternativo ma di assoluto spessore sul mercato italiano, sfruttando al massimo la nuova posizione orbitale (a 23.5 gradi Est, che si aggiunge a quella preesistente a 19,2 gradi Est, dove per altro si appoggia il canale tematico Yes Italia di Rai International) capace di assicurare una copertura completa del segnale satellitare su tutto il territorio.

"Più di una valida alternativa alle altre piattaforme digitali"
Perché la Tv satellitare "free" dovrebbe prender piede in un Paese dove due dei tre maggiori broadcaster televisivi (Rai e Mediaset) sono di fatto unite nello scontro frontale con l'unica emittente via satellite a pagamento (Sky)? Perché, come ha spiegato al Sole24ore.com Markus Firtz, Vice President & General Manager Marketing a livello Emea di Ses Astra S.A. (la sede legale e centrale della società è in Lussemburgo) e da dicembre 2008 anche Managing Director per l'Italia, il satellite non ha per prima cosa restrizioni di copertura e questa di per sé è già una differenza sostanziale rispetto alle reti terrestri. Investire sul satellite, per gli operatori, non è sinonimo di ingenti spese in infrastrutture ma di un oculato ampliamento delle capacità di trasmissione del segnale radiotelevisivo e per i servizi dati in tecnologia multicasting di dati (navigazione Internet compresa). Rimane il fatto che il Belpaese vive una fase di grande attenzione verso il digitale terrestre e lo stesso Firtz lo rileva raffrontando la situazione italiana a quella del resto d'Europa. "È indubbio – ha detto il manager – che questa piattaforma sia al centro delle attenzioni del governo e dei principali operatori. La Tv digitale in Italia è espressione di un'offerta molto concentrata, che non prevede per esempio la televisione via cavo, molto diffusa per esempio in Germania, e che mette l'IpTv ai margini, al contrario di quanto avviene nei Paesi scandinavi. In Italia, non c'è dubbbio che il mix migliore per l'utenza è quello composto da digitale terrestre e satellite". Facendogli notare come un terzo degli utenti italiani di Tv satellitare utilizzino servizi "free to air", Firtz non appare certo sorpreso: "il satellite in chiaro è più di una valida alternativa alle altre piattaforme digitali, e lo è per la grande disponibilità di canali e contenuti, per la superiore qualità trasmissiva rispetto al digitale terrestre e per le grandi opportunità che offre agli operatori, non solo dal punto di vista tecnologico, per quanto riguarda le trasmissioni in alta definizione".

Canali tematici in Hd e decoder universale
A proposito del fattore Hd: è risaputo che entro qualche anno il numero di telespettatori saranno ben più numerosi rispetto a quelli attuali - 2,8 milioni di utenti in HD previsti in Italia entro il 2013, di cui 1,9 milioni attivi sul satellite – ma non è detto che solo i soliti noti (Sky e Mediaset in primis) debbano essere i broadcaster di riferimento. Dalla collaborazione fra Ses Astra e Rai è per esempio nato un canale "free to air" sperimentale in alta definizione visibile sulla posizione orbitale 23.5 gradi Est, che trasmetterà i contenuti di Yes Italia e che verrà promosso (dalla società satellitare) nei principali punti vendita italiani. Nel frattempo procedono gli sviluppi anche sul fronte della Tv 3D, "un fenomeno di tendenza, ha detto in proposito Firtz, che prenderà piede sui canali dedicati ai film o allo sport, ma che richiederà tempo per essere pienamente accettato e richiesto dagli utenti". Quanto alla questione dei troppi decoder offerti in pasto al consumatore, che tante polemiche (giustificate) sta sollevando nel nostro Paese, il manager di Ses Astra ha una ricetta, molto precisa: "occorre ragionare in termini di set top box universali, dotati di doppio tuner, e a mio avviso vanno identificare due piattaforme di riferimento, una dedicata ai canali del digitale terrestre in chiaro e una pay compatibile con l'offerta satellitare".

14 dicembre 2009
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