La moda del momento è in espressioni più o meno note - "tv on demand" e "over the top tv" - per chi mastica da tempo il verbo dei media digitali. Il modo di fruire la televisione è cambiato, per non pochi consumatori è anzi già cambiato, e creare personalmente il proprio palinsesto è ormai questione di pratica dimestichezza con il telecomando avuto in dotazione con l'apposito decoder, sia questo finalizzato a ricevere (a pagamento) la tv satellitare che funzionale ad accedere (sempre a pagamento) a quella via digitale terrestre o via Internet. Quanto ai servizi on demand, ce n'è per tutti gusti: gratuita via Web, come l'appena lanciara La7.tv e la replay Tv della Rai in rampa di lancio per il 2010, oppure in modalità "pay", categoria a cui appartengono Premium on demand di Mediaset e la nuova offerta Selection on demand di Sky. A queste si aggiungono le note emittenti IpTv (Fastweb Tv o Alice Tv di Telecom Italia), piattaforme digitali sempre più ricche con il plus non trascurabile di poter funzionare come stazione per ricevere i canali in chiaro del digitale terrestre senza necessità di acquistare un nuovo decoder o un nuovo televisore. Il panorama è quindi piuttosto vario, vale la pena osservarlo da vicino per capire a fondo le tendenze attuali e quelle a venire.
Un mercato da 8,4 miliardi di euro entro il 2011
Stando all'ultimo rapporto stilato da ITMedia Consulting, il giro d'affari della televisione in Italia – sommando gli introiti legati a canone, pubblicità, abbonamenti e servizi di vario genere – toccherà alla fine del 2011 gli 8.4 miliardi di euro, in virtù di una crescita di poco superiore all'1% annuo. Niente fuochi d'artificio dunque nel segno della rivoluzione digitale, causa la vistosa frenata degli investimenti pubblicitari (fra due anni questi saliranno comunque a quattro miliardi di euro, costituendo oltre il 40% del totale dei ricavi) ma resta evidente la trasformazione in atto. Fra due anni infatti, circa 22 milioni di abitazioni italiane saranno raggiunte da una o più piattaforme televisive digitali, per una penetrazione pari al 92%. Se il Dtt farà la parte del leone, entrando nel 2011 nel 56% delle abitazioni, il satellite non crescerà per contro di molto in termini di diffusione mentre rimarrà secondaria, ma con una crescita significativa, la quota dell'Iptv. A fine 2011, inoltre, si potrà celebrare il successo della pay tv, in considerazione del fatto che quasi la metà delle famiglie saranno utenti di televisioni digitali a pagamento. Con Sky e Mediaset a spartirsi le fette più consistenti, fra abbonamenti e introiti pubblicitari, di una torta di fatturato che dovrebbe superare i 3,5 miliardi di euro.
Internet television pronta al decollo nel 2011
Stando al comune pensiero di vari addetti ai lavori è praticamente scontato o quasi il fatto che a fine 2012, quando l'Italia sarà a livello televisivo un Paese completamente "all digital" con il completamente del passaggio al digitale terrestre, la maggior parte delle emittenti sarà multipiattaforma e le tradizionali distinzioni (fra Dt e satellite in particolare) perderanno significato. L'offerta di contenuti e servizi on demand crescerà ulteriormente di pari passo con la capacità, da parte degli operatori, di far fruttare al meglio i rispettivi canali dedicati in termini di gettito pubblicitario. L'Iptv, la televisione servita in banda larga via doppino telefonico o fibra ottica è il media digitale che potrebbe conoscere gli sviluppi migliori. Su scala mondiale gli utenti di questi servizi sono arrivati a rappresentare, a fine 2008, il 3,7% del totale degli abbonati di pay Tv e in termini di penetrazione vantava 10 milioni di consumatori in Europa Occidentale (di cui oltre sei nella sola Francia), oltre sette milioni in nella regione Asia Pacifico e 3,3 milioni di Nord America. In Italia il bacino di utenza arriverà a superare quota 750mila abbonati secondo le stime più recenti rese note dagli stessi operatori, con un livello di penetrazione del servizio allineato al resto d'Europa (Francia, esclusa dove la diffusione dell'Iptv è dieci volte superiore alla media continentale). La maggiore diffusione della piattaforma nelle famiglie italiane ha trovato un validissimo supporto nella migrazione forzata al digitale terrestre: proprio nelle regioni dove è stato completato lo switch off, vedi Piemonte e Lazio, ci sono infatti il 50% dei nuovi abbonati all'Iptv. Le piattaforme televisive basate su protocollo Internet, sottolineano, gli esperti, hanno dalla loro il vantaggio di essere maggiormente flessibili rispetto a quelle tradizionali e quindi più adatte ad integrarsi con i servizi Web. Si parla in tal senso di servizi ibridi broadcast-broadband, che permettono cioè la distribuzione di video tramite connessioni a banda larga collegando direttamente il set top box del televisore al pc. Questa è la cosiddetta "over the top Tv: oggi una nicchia, a partire dal 2011 una potenziale offerta di punta per broadcaster e operatori telco.