I computer sono sempre più mobili e questo, ormai, è un dato di fatto acquisito. L'ascesa inarrestabile dei netbook ha enfatizzato una tendenza che già da tempo vedeva il desktop essere sempre meno "prima scelta" rispetto al notebook. Gli ultraportatili a basso costo caratterizzati da dimensioni molto limitate e pensati sostanzialmente per navigare in Internet (e quindi non destinati all'utenza business) hanno rinvigorito le vendite di pc in generale un po' ovunque, Italia compresa. In attesa dei dati del terzo trimestre (quello più critico), nel periodo aprile-giugno i mini pc hanno fatto registrare un vero e proprio boom di acquisti aiutando l'intero comparto dei personal computer a crescere del 31,4% in unità e del 5,2% in fatturato rispetto al secondo trimestre del 2007. Senza l'apporto dei netbook, il mercato italiano dei pc sarebbe stato in attivo del 9,6% in termini di unità consegnate e in flessione del 2,3% in fatto di ricavi. Il che significa una cosa: i vendor possono fare margini soprattutto nei portatili e in modo particolare nei prodotti destinati al pubblico di massa, al consumer. Lo prova il fatto che (in Italia) i notebook consumer, rispetto al secondo trimestre dell'anno passato, sono cresciuti quest'anno sia in valore (8,7%) che ancora più marcatamente in volumi (22,9%) mentre quelli professionali hanno avuto un incremento del 24,4% in unità ma solo del 6% in termini di entrate. La corsa al computer, in definitiva, è reale ma riguarda una specifica porzione dell'offerta, fra cui quella dei prodotti di fascia bassa e a basso prezzo.
Oggi un portatile con discrete caratteristiche tecniche si può comprare con circa 450/550 euro, un netbook si porta a casa spendendo da 299 (entry level con Linux) a 499 euro (modelli top con schermo da 10,2 pollici e Windows Xp). Prezzi ancora lontani da quel traguardo dei 100 dollari che ogni tanto fa capolino e non solo per le "sparate" di Nicholas Negroponte per il suo "Laptop for Child". Pensare a un vero e proprio notebook che costi così poco, oggi, non è realistico almeno per i prossimi tre anni. E a dirlo sono nella fattispecie gli analisti di Gartner. E l'esempio arriva proprio dai netbook: i primi modelli, indirizzati a un pubblico di soli studenti, potevano essere il primo passo verso la frontiera dei 100 dollari, quelli di recente annuncio (fra cui il nuovo Eee Pc S101 di Asus) sono prodotti il cui costo "rischia" di collocarli in una fascia di nicchia e togliere loro le vesti di computer per il mass market. I prezzi di listino dei computer portatili, per contro, sono in continua discesa sebbene la domanda corra a doppia cifra ma è fuori luogo ipotizzare un crollo verticale dei listini entro i prossimi 24-36 mesi, neppure per quei prodotti destinati in modo mirato ai cosiddetti mercati emergenti. L'ulteriore discesa dei prezzi al consumo, in virtù anche della riduzione dei costi dei componenti, si prevede possa arrivare al massimo al 15% entro il 2010-2011; di più è impensabile, perché i costi di assemblaggio e del software (sistema operativo, nel caso di pc a piattaforma Windows, in primis) rimarranno sostanzialmente invariati. I mini notebook da 100 dollari sono un obiettivo possibile nel lungo periodo ma prima, osservano da Gartner, vanno definiti e determinati in modo preciso vari fattori, dalle specifiche hardware ai costi delle connessioni a Internet fino alle modalità di pagamento. Nel frattempo sarà interessante capire come risponderà l'utenza business al richiamo dei netbook, dopo che questi sono diventanti un prodotto di riferimento non tanto per gli studenti quanto per un pubblico di consumatori variegato. Che possano costare 100 dollari o meno, i mini notebook (o pc bonsai come li abbiamo spesso battezzati) saranno a detta degli analisti di settore un prodotto realmente globale, che raggiungerà nuovi utenti in tutte le aree geografiche del pianeta, come prodotto aggiuntivo agli esistenti nei mercati maturi e come primo pc in quelli emergenti.