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Rivoluzione sotto il segno open

di Mario Cianflone

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9 ottobre 2008

È netbook mania. Sì, è questa la rivoluzione mobile del 2008: il computer bonsai, che grande la metà di un foglio A4, pesa circa un chilo ed è perfetto per navigare su internet, giocare con Facebook, comunicare con gli amici con il Messenger, caricare le foto su Flickr e un video su YouTube. Quella dei netbook, dei computer ultraportatile ma low cost, non è solo nuova moda hi-tech, è soprattutto un nuovo mercato che da una parte erode la fascia bassa dei notebook (e per questo hanno fatti e fanno paura a molti costruttori), ma che in realtà crea un inedito bisogno. Quello del secondo (o anche terzo computer) da usare a casa sul divano: tanto per comprare su eBay o per chattare non c'è bisogno di una macchina ultrapotente, in vacanza oppure nei viaggi di lavoro dove si rivelano fenomenali, perché le loro capacità bastano e avanzano per lavorare con foglio di calcolo o un documento di testo.

La rivoluzione del pc ultraportatile è stata accesa la scorsa primavera dalla taiwanese Asus quando lanciò il primo Eee Pc, una macchina da soli 299 euro, con schermo da 7 pollici, sistema operativo Linux e al posto del disco fisso, un'unità Sdd. Ed è stata una rivoluzione sotto il segno del low cost. L'ultraportatile non è un'invenzione recente, anzi a fine anni 90 già si vedevano i primi esemplari di Acer e di Sony, ma i prezzi sono sempre stati inavvicinabili e il pc bonsai era un oggetto di lusso che era pensato per il web in mobiltà. Con l'Eee Pc, nasce dunque una nuova categoria, quella dei netbook, macchine a basso costo e prestazioni limitate, ma comunque sufficienti per molti compiti. Ed è stato un successo travolgente. Asus ha venduto, a livello mondiale, 700mila pezzi nel primo trimestre, un milione nel secondo, mentre per il terzo stima un volume tra 1,5 e 1,8 milioni di pezzi. Considerando tutto il 2008 si dovrebbe arrivare a circa 5 milioni di esemplari. Il marchio Eee Pc è diventato quasi un nome che indica un'intera categoria di prodotti, un po' come l'iPod o il Walkman.

Inevitabilmente, il nascente mercato dei netbook ha visto l'ingresso di player di primissimo piano del mondo del personal computing: da Hp a Acer, da Msi a marche meno note come Everex, da Hyundai a Olidata, da Fujitsu Siemens a Lenovo, da Toshiba a Dell fino a Samsung. Quest'ultima ha svelato martedì scorso il modello Nc-10 che segna lo sbarco della casa coreana nei netbook, con un prodotto di costo basso (400 euro, al livello degli altri competitor) ma con un elevato livello di finitura e dotazioni. Samsung è forse disposta a fare sacrifici pur di dire la sua in un mercato che secondo Idc vale, nella sola Italia, oltre il 10% del mercato dei pc (fissi e mobili) e quasi un quarto di quello netbook. Ed è in fortissima crescita. Tant'è che nel primo trimestre 2008, nel periodo di debutto, sono stati venduti in Italia oltre 56mila "basic ultra portable" e nel secondo trimestre tre volte di più: 170mila pezzi. Il mercato è in una fase esplosiva, e sta spingendo al rialzo l'intero settore dei personal computer. Scontato, dunque, l'interesse dei grandi pc vendor che contendono ad Asus il primato. La taiwanese ha reagito ampliando la gamma che adesso è composta da ben 11 modelli e ieri ha rilanciato la sfida annunciando una variante di lusso siglata S101, dedicata a che chi di low cost non vuole sentire parlare. Ha finiture top, prestazioni elevate e prezzo da notebook: 600 dollari

Assente, per ora. Apple. Ai fan del Mac però il mondo del mini portatile non è precluso: non mancano gli esempi di elaborazioni di successo con Os X che gira su alcuni tipi di netbook. Roba da smanettoni, certo, ma anche un sintomo di dove sta andando il mercato, di come si sta polarizzando la domanda verso computer piccoli e versatili e non inutilmente potenti o con sistemi operativi supermoderni e assai affamati di risorse come Vista. Anzi il successo dei notebook ha anche il sapore dell'open source e del software. Gran parte della rivoluzione netbook avviene sotto il segno del Pinguino di Linux. Ma ci sono le versioni con il classico Windows Xp, che Microsoft ha mantenuto controvoglia in vita per questi piccoli pc che hanno fatto tremare i polsi agli uffici marketing delle major dell'informatica. E in attesa di Windows 7, iniziano a vedersi per i negozi di Akihabara, l'electronic district di Tokyo, computer bonsai ancora più piccoli. Hanno uno schermo da 7 pollici che ruota su se stesso per trasformarsi in un tablet pc. Potremmo, infatti, chiamarli "net tablet". A metà strada tra il netbook e la nuova categoria dei Mid (Mobile internet device), sono una riedizione (in chiave web mobile) dei palmtop e degli handheld computer della seconda metà degli anni 90. Girano sotto Vista, hanno una tastiera qwerty di dimensioni ridotte e il display è touch. Da noi ancora non si vedono ma c'è da scommettere che saranno una delle sorprese dell'anno che verrà.

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