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Toshiba scommette sui netbook: «è un mercato da scoprire»

di Gianni Rusconi

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12 NOVEMBRE 2008
Javier Pascual

Il primo semestre dell'anno fiscale 2008, terminato il 30 settembre, è andato bene per la divisione Computer Systems di Toshiba Italia. Lo dicono i risultati operativi alla voce ricavi, unità vendute e quote di mercato e lo dice anche la faccia soddisfatta di Javier Pascual, Regional Vice President Area Mediterraneo di Toshiba Europe GmbH nonché Country Manager della filiale italiana. "I risultati sono stati buoni, molto buoni, anche sotto l'aspetto dei profitti. La migliore diversificazione sul canale di vendita ha pagato – ha detto Pascual al Sole24ore.com – e l'aver puntato in Italia in modo mirato su due segmenti distinti, consumer retail a volume e business, ci ha permesso di crescere".

I risultati cui si riferisce Pascual sono i seguenti: i notebook venduti sono stati oltre 92mila per un fatturato pari a 53 milioni di euro e una quota di mercato di mercato che secondo la società di ricerche Gfk è ora del 7,1%. Nello specifico del comparto business le cose sono andate ancora meglio, visto e considerato che la market share di Toshiba è salita di oltre cinque punti al 12,3% nel confronto con il primo semestre 2007. Per l'intero esercizio che si chiuderà il prossimo 31 marzo l'obiettivo è (come sempre per la casa nipponica) molto ambizioso e prevede il raggiungimento di quota 240mila unità per un fatturato di 124 milioni di euro nel comparto notebook e una quota di mercato dell'8% (che sale al 12% in ambito business).

Il salto in avanti aspettato è evidente e una delle risorse su cui Toshiba punta con decisione sono i netbook. Il debutto in Italia della famiglia NB100 è fissato per metà novembre e in casa Toshiba la speranza è che il suo mini pc (disponibile in due versioni con schermo da 8,9 pollici, una Linux a 299 euro e una con Windows Xp a partire da 349 euro) possa rappresentare da subito una discreta fetta (fra il 10 e il 13% in volumi) del totale dei computer portatili venduti dalla multinazionale nel Bel Paese. La domanda che abbiamo rivolto a Pascual, inerente le possibilità per Toshiba di trovare spazio in un mercato in cui le varie a contendere lo scettro ad Asus ci sono praticamente tutti i big dei pc (Acer, Hp, Dell, Lenovo, Fujitus Siemens, per non dimenticare Samsung) ha trovato un'esauriente risposta. "I netbook sono un fenomeno di mercato – ha detto il country manager – e in Italia, dove assorbono oggi circa il 17% della domanda complessiva di pc portatili, e nel Regno Unito in modo particolare.

Su scala globale i netbook incidono mediamente per il 10% in relazione alla totalità dei notebook venduti: tutti i produttori, al momento, sono entrati in gioco, in futuro vedremo. È un mercato ancora da scoprire, non dimentichiamoci quanto avvenuto nei palmari, prima vero e proprio boom e oggi nicchia quasi completamente assorbita da smartphone e altre tipologie di dispositivi mobili. Toshiba vuole giocare la sua parte e in tal senso continueremo a investire nel segmento Retail, dove viene venduto oltre il 50% dei netbook, e lanceremo nuovi modelli con connettività 3G integrata entro il primo trimestre del 2009, in collaborazione con un operatore mobile".

La sensazione, ascoltando le parole di Pascual, è quella di una scommessa da vincere senza colpi di testa, prestando molta attenzione a come il fenomeno (i netbook) si evolverà nel medio termine. Che possa diventare un mercato a volumi è pressoché scontato e che possa allargare sensibilmente quello dei computer portatili quasi, ma va anche detto che i mini pc hanno contribuito a ridurre del 24%, abbassandolo a 690 euro, il prezzo medio di vendita di un portatile in Italia (dove il 70% dei notebook venduti è sotto i 699 euro di listino). Il "rischio" che i pc bonsai andranno in qualche modo a sottrarre vendite ad alcune categorie di notebook (ultraportatili, entry level) è elevato, ma è un "rischio" di cui Pascual, ammiccando sorridente, dimostra di esserne perfettamente a conoscenza. Anche in relazione al fatto che i ricavi di Toshiba arrivano per il 60% da computer portatili propositi al pubblico con un prezzo superiore ai 699 euro e che i margini di profitto non sono esattamente il punto di forza dei netbook.

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