Alla fiera della telefonia di Barcellona (al via lunedì) i protagonisti del settore guardano oltre la crisi puntando su negozi online di applicazioni e su nuovi modelli
Sarà il Mobile World Congress del pragmatismo. A Barcellona, dal 16 al 19 febbraio prenderà luogo il salone della telefonia mobile più importante al mondo. Una babele di lingue distribuita tra centinaia di stand si incontra nella città catalana per raccontare alle migliaia di visitatori l'innovazione presente e - soprattutto - prossima ventura dell'ecosistema fatto di hardware, software e servizi che si nasconde dietro lo schermo del telefonino. E' quasi banale sottolineare che questa non è un'edizione come le altre. La crisi finanziaria e i suoi pesanti strascichi sull'economia reale si fanno sentire sulle aziende del settore. Le trimestrali ne hanno già dato conto. «Per la prima volta dal 2001 quest'anno ci aspettiamo una discesa del mercato - spiega Carolina Milanesi, analista di Gartner - dopo che il 2008 ha segnato un +7% e il 2007 +16%».
"Qui ed ora". Non che produttori, operatori e internet company abbiano deciso di fermarsi in attesa che passi l'onda. Però non c'è dubbio che terranno i piedi più saldi a terra rispetto al passato. Niente annunci futuristici e primati tecnologici strombazzati: «E' l'anno del "qui ed ora", delle tecnologie che hanno un impatto immediato» continua Milanesi. Come dire che la spinta degli attori è su ritorni il più possibile immediati, per superare senza troppe ferite un 2009 difficile. Coerente con questo obiettivo sarà l'enfasi «sull'usabilità di servizi già noti, come la mail, il browsing, il gps», in modo che siano sempre più accessibili anche ai meno esperti.
Applicazioni. Tra i trend che, sulla carta, troveranno maggiore espressione c'è certamente quello dei negozi online di applicazioni, sulla strada battura da Apple con l'«App Store» e che presto verrà seguita anche da Microsoft. «Ci aspettiamo qualcosa anche da Nokia - sottolinea l'analista - mentre lo store di Rim arriverà a marzo». Attesa anche la release 6.5 di Windows Mobile di Microsoft. «Anche gli operatori, che prima non sembravano particolarmente interessati, ora vogliono entrare in questa nicchia, considerata tra le più promettenti».
Produttori. Il mercato è difficile. Ma certamente si osserva una transizione: quella dal business dell'hardware a software e servizi. «Aziende come Nokia lo hanno capito presto lanciando Ovi (una "porta" verso i servizi online, ndr) - prosegue Milanesi - la direzione è certamente quella giusta». Samsung ed Lg «finora stanno andando molto bene, ma non hanno i software e i servizi nel loro Dna». Decisamente diversa la situazione di Motorola: «Vive una profonda crisi di prodotto e tecnologia, inoltre il software è sempre stato il suo "tallone d'Achille"». Anche Sony Ericsson è in difficoltà, «soprattutto perchè dipende molto dal mercato europeo che già nel 2008 ha perso venti milioni di unità». Gode però di un vantaggio: «La relazione con Sony e quindi i servizi di Play Now Arena». Sul fronte Android, c'è attesa per il G2, figlio del G1 che però dovrebbe arrivare con un altro operatore, non T-Mobile.
Green. Infine, il verde. Il tema è ormai entrato in tutti i settori. E va di moda. Samsung lancia un telefono ad energia solare con un bel design; mentre annunci sull'argomento sono attesi anche da Digicel, operatore australiano. Altri punteranno su un packaging più rispettoso dell'ambiente. Attaccandosi ad uno dei pochi carri antirecessione.