Si rinnova la partnership tra Vodafone e Sony Ericsson con l'introduzione del Vivaz nel catalogo di smartphone distribuiti dall'operatore telefonico. A seconda del piano tariffario scelto, il telefonino sarà acquistabile in negozio e sul sito Vodafone.it a partire da 0 euro nei colori nero, blu e rosa. Il Vivaz è un cellulare che affida l'interfaccia al display touch da 3,2 pollici su cui compaiono i menu di Symbian. E' perfetto per il multimedia: non solo per merito del player che supporta brani Mp3 e video in alta definizione, ma anche per il reparto fotografico.
Sul retro trova posto il sensore da 8,1 Mpixel assistito da funzioni degne di una compatta. Immancabile il supporto nativo per i principali social network e community, merito anche della possibilità di accedere ad alta velocità a Internet sfruttando il reparto Umts/Hspa e la connessione Wi-Fi. Ci sono anche l'antenna Gps, il jack da 3,5 mm e l'uscita Tv. Il tutto in apparecchio piuttosto compatto (97 grammi) e dal design elegante. Il Sony Ericsson Vivaz si integra con i principali servizi forniti dalla piattaforma Vodafone 360, come per esempio l'App Shop per scaricare software aggiuntivi, musica e video.
La schermata principale è stata personalizzata con l'Active Homescreen per accedere in un unico passaggio al Web e alle principali funzioni del dispositivo. Lo smartphone è distribuito a 299 euro, ma può essere acquistato abbinandolo ai piani Più facile che prevedono un investimento da 0 a 249 in base alla tariffa scelta. Oppure, si può sottoscrivere l'offerta Smartphone che prevede un canone mensile di 19 euro per 24 mesi, senza contributo iniziale. Sempre più italiani accedono al Web in mobilità tanto che "nell'ultimo anno il mercato delle chiavette Internet è cresciuto al ritmo del 200% e quello degli smartphone ha raggiunto i 2 milioni di pezzi nel 2009", spiega Roberto Larocca, direttore della divisione consumer di Vodafone Italia. Il Sony Ericsson Vivaz va a fa parte del "nostro portafoglio di cellulari touchscreen, strumenti ideali per il Web", conclude Larocca.