Una svolta ampiamente annunciata, che si concretizza in anticipo rispetto ai tempi prefissati (giugno 2010) e che non può che meritare grande attenzione. Symbian, il sistema operativo per cellulari più diffuso sul pianeta (con una quota di mercato di poco inferiore al 50%) e installato su oltre 300 milioni di telefonini venduti nel mondo, ha completato con successo il processo di rilascio della sua intera base di codice e diventa quindi, a tutti gli effetti, una piattaforma open source. In 18 mesi, da quando (giugno 2008) Nokia annunciò di voler comprare tutte le quote del consorzio inglese, la trasformazione si è completata sotto il cappello della Symbian Foundation, la società venuta alla luce due anni or sono che include (oltre al produttore finlandese), AT&T, Lg Electronics, Motorola, Ntt Docomo, Samsung, Sony Ericsson, STMicroelectronics, Texas Instruments e Vodafone. Emblematico lo slogan che campeggia sulla pagina Web attraverso cui la comunità degli sviluppatori potrà ora accedere liberamente al codice del software utilizzando una licenza Eclipse Public License: "the future of mobile is open… And so is our code". Aperto, dunque, è il verbo con il quale la casa finlandese vuole tenere a bada i suoi vari nemici – Apple, Research in Motion, Google… - e i primi frutti del nuovo corso si potrebbero vedere fra estate ed autunno con l'avvento dei primi smartphone completamente "open" basati su Symbian Version 3, che avrà in dote un'interfaccia utente completamente rinnovata e con supporto multitouch. Grandi attese, per contro, sono riposte sui super cellulari a piattaforma Maemo, il sistema open source utilizzato per la serie 900 e in predicato di evolvere alla release 6 nella seconda parte del 2010.
La svolta in fatto di sistemi operativi quanto aiuterà Nokia a riprendere la corsa in avanti in fatto di quote di mercato? Molto, osservano vari analisti, osservando parimenti il fatto che anche la forbice sui listini ha sicuramente il suo peso. L'ultimo trimestre della compagnia si è tra l'altro chiuso in crescita per quanto riguarda la market share negli smartphone, tornata nell'ordine del 40% grazie agli oltre 52 milioni di telefonini intelligenti (su un totale di 126 milioni di cellulari spediti da Nokia sul mercato) venduti nel mondo nel periodo in questione. Fra gli interventi interni volti a ridurre costi e personale, il nuovo corso "open" a livello di piattaforme, la crescita delle attività on line di Ovi e gli ottimi risultati conseguiti nei Paesi emergenti, il gigante finlandese sembra aver superato del tutto il momento difficile. E per Apple & Co. sarà forse più difficile rubarle ancora vendite e fette di mercato.