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Gli 007 della frontiera hi-tech

di Nino Ciravegna

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18 dicembre 2009

Noi, comuni mortali, usiamo la televisione ad alta definizione. Loro lavorano sulla tv a 3D con sistemi italiani che saranno presentati al Ces di Las Vegas, una delle maggiori fiere di elettronica consumer del mondo, in programma agli inizi di gennaio.
Noi, la maggioranza, ci sentiamo moderni con i telefonini di seconda generazione, massimo seconda e mezza, come un medio BlackBerry, i consumatori più avanzati si sono spinti sui gadget della terza.
Loro stanno mettendo insieme i brevetti relativi ai telefonini della quarta generazione. In sigla Lte (Long term evolution). Al momento siamo ai prototipi, i primi a voler partire saranno Verizon, negli Stati Uniti, e Docomo, in Giappone.
Loro sono i dirigenti della Sisvel, leader mondiale dell'amministrazione di portafogli di brevetti, i cosiddetti patent pool, dell'elettronica di consumo. Un'azienda costituita da ingegneri e avvocati che riescono a parlare lo stesso linguaggio, pur con qualche distinguo.
Loro, per capirci, sono gli amministratori dei principali brevetti per l'Mp3: ogni giorno, quando in una qualsiasi parte del mondo viene venduto un lettore Mp3, Sisvel incassa una royalty e provvede a ripartirla tra i proprietari dei brevetti. Trattenendo una quota di questi diritti, ovviamente. E ogni nuovo lettore musicale, frutto di un semplice restyling o con applicazioni innovative, viene sottoposto a severi esami tecnologici per verificare se utilizza gli algoritmi di compressione che sono alla base all'Audio Mpeg di cui l'Mp3 rappresenta la frontiera più avanzata. E scattano ricorsi se qualcuno tenta di dribblare i diritti brevettuali. Uno dei casi più clamorosi riguarda la californiana SanDisk che nel 2006 si è vista sequestrare, su richiesta della Sisvel, i prodotti alla grande fiera Ifa di Berlino.
Loro, i guardiani dei brevetti hi-tech, lavorano a None, alle porte di Torino, in piena terra sabauda, tra paesi che si chiamano Stupinigi, Volvera o Pautasso, sulla provinciale che porta a Pinerolo, città di alpini e della cavalleria dei Savoia.
Un paese che nessuno conosce. Non a caso none in inglese significa nessuno («Abbiamo sempre difficoltà - ammettono alla Sisvel - quando spieghiamo che la nostra sede è a nessuno») anche se l'etimo deriva dalla nona pietra miliare da Augusta Taurinorum: 7.800 abitanti tra il torrente Chisola e e il rio Lessa, None vanta una specializzazione nei dolci grazie alla Domori di Gianluca Franzoni, impegnato nella promozione di cacao a rischio estinzione (due premi al concorso Tavoletta d'oro 2009) e alla Streglio, marchio storico con qualche affanno, rilevato dalla famiglia Borsci, che da metà '800 produce l'elisir San Marzano.
E in questo paese che nessuno conosce si gioca la partita dei diritti sui cellulari di nuova generazione, coperti da almeno 1.810 brevetti essenziali dichiarati da oltre 350 imprese, con in testa gli Stati Uniti (oltre 800 patent) seguiti da coreani, 316, finlandesi, 169, e dai cinesi con 168, mentre in coda si trovano tedeschi, 27, francesi, 10, e uno dagli inglesi e dagli italiani. Per gestire questa massa di brevetti la Ngmn (Next generation mobiles networks) ha avviato una richiesta di informazioni sui potenziali patent pool. Una specie di gara d'appalto informale. «Un produttore di cellulari Lte - spiega Giustino de Sanctis, avvocato, responsabile licensing della Sisvel - rischia d'impazzire nel gestire un numero così alto di brevetti essenziali e di così tanti proprietari. Per questo l'Ngmn alliance studia un patent pool, un soggetto indipendente che si assume l'incarico di riunire tutti i proprietari di brevetti intorno a un tavolo, fare gli accordi economici, ripartire i proventi e, poi, controllare con test tecnologici il rispetto della proprietà intellettuale».
Alla richiesta dell'alleanza tra i produttori hanno risposto in tre: Sisvel e gli americani di Via licensing (che fa capo alla Dolby, proprietaria di molti brevetti nel suono) e Mpeg La. Il primo vertice Sisvel con i proprietari di brevetti Lte è in programma nel febbraio 2010: «Siamo relativamente ottimisti - assicura de Sanctis - grazie all'esperienza maturata con l'Mp3 e con l'articolazione del nostro gruppo: abbiamo filiali, con personale locale, in Germania, Usa, Hong Kong e Giappone, mentre i nostri due concorrenti sono concentrati negli Stati Uniti. E questo conta sia per mantenere i rapporti con le imprese sia per monitorare prodotti e mercati».
La posta in gioco è immensa: gli attuali cinque miliardi di cellulari diventeranno sempre più potenti e affidabili, serviranno per i micropagamenti (utilizzando una banda larga che arriverà a un Gbit, molto più sicura), vedere la televisione e a mille altre attività a valore aggiunto.
Anche in questo campo i cinesi sono i più indisciplinati? «Una volta sì, ma adesso - assicura il manager Sisvel - sta cambiando tutto. La Cina investe parecchio nella ricerca e copre ogni innovazione, tanto che Pechino è in cima alla classifica mondiale dei brevetti».
  CONTINUA ...»

18 dicembre 2009
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