Agli americani gli smartphone piacciono sempre di più e circa un utente su dieci di super cellulari ha apprezzato nel corso degli ultimi tre mesi (da dicembre 2009 a tutto febbraio 2010) le capacità di un modello con a bordo Android, il sistema operativo mobile di Google. Lo dice uno studio della società di ricerca ComScore, confermando quanto gli analisti di settore pronosticano da tempo: il software "made in Mountain View" è destinato a crescere significativamente nell'economia del mercato smartphone. Oggi la quota di mercato, negli Usa, di Android è arrivata infatti al 9%, scavalcando quella di Palm (scesa al 5,4%) e avvicinando quella di Windows Mobile (ancora in flessione e attestatasi al 15%). A far la parte del leone, catturando i due terzi dei circa 45 milioni di statunitensi sopra i 13 anni (sono 254 milioni coloro che posseggono un comune telefonino) con in tasca un telefonino intelligente, le piattaforme di Research in Motion e Apple, che si accaparrano rispettivamente il 42,1% e il 25,4% della torta. Ciò che fa specie è comunque lo scatto in avanti del software di Google, che guadagna cinque punti percentuali rispetto ai tre mesi precedenti grazie agli ottimi risultati di vendita di alcuni prodotti in particolare, come per esempio il Motorola Droid. Tale tendenza, del resto, trova conferma anche nelle stime a medio termine di Idc, che ha accreditato Android del titolo di sistema operativo mobile con la più elevata curva di crescita fino al 2013, quando diventerà la seconda piattaforma per smartphone, dietro Symbian (leggi Nokia), più diffusa sul pianeta. Fra soli tre anni, in altre parole, vi saranno in circolazione più cellulari multimediali androidi che BlackBerry e iPhone e questo grazie all'accelerata che daranno, in fatto di nuovi rilasci, le varie Htc, Motorola, Samsung e così via. Dai circa sei milioni di dispositivi Android finiti sul mercato nel 2009 si passerà infatti ai previsti 20 milioni nel 2010, il che significa un salto in avanti delle vendite più che triplo.
Il rischio frammentazione
Il pronosticato futuro successo della piattaforma mobile di Google rischia quindi di cambiare sostanzialmente gli equilibri dell'intera industria mobile e c'è chi, in tal senso, vede una corsa spalla a spalla fra il gigante dei motori di ricerca ed Apple per accaparrarsi le preferenze degli sviluppatori, e cioè coloro che danno vita alle applicazioni, il vero business a venire degli smartphone. Altri analisti ancora, e nella fattispecie quelli di IMS Research, sono invece dell'idea che Android possa rimanere vittima del suo successo. La rapida crescita del parco installato della piattaforma, infatti, potrebbe causare un'eccessiva frammentazione della stessa che potrebbe essere letale per le ambizioni della società californiana negli smartphone. Perché questo? La risposta, sulla carta, è semplice e molto concreta: la migrazione dalla release 1.5 a quella 2.1 ha comportato il rilascio di quattro differenti versioni del software, ognuna delle quali incompatibile con le altre. E per gli sviluppatori, notoriamente privi di grandi risorse, tale frammentazione tecnologica potrebbe costituire un problema non indifferente.
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