Equilibrio sociale
Mito di ieri: perseguire e realizzare per alcuni i valori della destra, per altri i valori della sinistra.
Mito di oggi: in assenza di credibili favole socio-politiche e di autorevoli autorità, nelle rotatorie del dialogo sociale non hanno più senso le direzioni destra e sinistra: ma solo stare sopra (gli altri) e costringere sotto (gli altri).
Il potere bruto della sopraffazione: economica, sociale, di clan… (N.B. Ben lontani da richiami à la Hobbes e à la Carl Schimtt )
La teoria dei giochi vorrebbe risultati meno cruenti: ma la TV ci dice "siamo uomini, mica robot!..."
Voglia di emergere individuale: diventare persona "immagine" anche a costo di svilire il senso della propria immagine.
Non esistiamo più per incontrarci con gli altri nelle strade, nelle piazze, nell'agorà… abitate ormai solo da mondezza di vario tipo (dai residui del nostro consumismo suicida alla caratura di tanti personaggi pubblici.
Ma tant'è: il nostro (?) spirito italico riesce a sfruttare pure questa situazione: diventare il primus (inter disparos) sedendo regale "n'coppa a nu muntone e munnézza…": mito emergente del XXI secolo…
Pasquale Mancino
In qualche modo
Locuzione di cui non si può più fare a meno, che rende assuefatti anche i più stimabili oratóri. Espressione dell'indecisione più assoluta, una interiezione tra le più articolate di sempre, un approdo giustificativo, se incrociato ad altri vizi potrebbe dar luogo a parossismi letali: "Quindi, alla fine – in qualche modo – possiamo dire, tra virgolette, che, in un certo senso...".
Agisce come una virgola, entra rapidamente nelle orecchie poiché ha senso, salva dall'intenzione della proposizione successiva. Intercalandola ogni tanto nel discorso, ci si difende dalle obiezioni, o meglio, si attenua l'affermazione che ne segue, prendendo nel contempo una pausa senza compromettere la fluidità del discorso. Superare pure le dosi consigliate, tanto ormai è un mito.
Federico Capitoni
Skyscraper
Lo skyscraper: è tutto troppo, grande e smisurato, formalistico e proteiforme, fallico e panottico, ricco e potente, tecnologico e finanziario anziché civico o religioso, asociale e individualistico, energivoro e rischioso, grossolano e volgare per esplicita superbia, anziché elegante di understatement smaccato.
Ha tutto per essere un anti-mito, capro espiatorio di ogni moralismo etico estetico politico, ma usato parassitariamente come sfondo dialetticamente seduttivo per modelle belle s-vestite di lussuria o per automobili ignobili di luxury, ma anche delle baraccopoli pauperistiche di Celentano. Dunque serve tacitamente l'immaginario contemporaneo il suo essere enfaticamente iconico e poco sottilmente elegantemente spaziale?
C'è solo un anti-mito peggiore, la gara dei paesi nuovi ricchi in sviluppo per il grattacielo più alto del mondo. Signori si nasce, e l'Italia modestamente lo nacque?
Antonino Terranova