Paco Roca, Rughe
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 | Si può raccontare il morbo di Alzheimer con leggerezza? Lo spagnolo di Valencia Paco Roca ci prova. E ci riesce. Forse è davvero questo il modo più efficace per raccontare quanto sia terribile una malattia che cancella progressivamente dalla nostra mente ciò che ci è più caro, i nostri ricordi. Emilio, il protagonista, viene ricoverato dal figlio in una residenza per anziani dove il progredire della sua malattia è accompagnato da una sorta di coro greco rappresentato da compagni di degenza e infermieri che racchiudono, ognuno, un mondo di sentimenti e desideri. In questo nuovo mondo, tratteggiato da Roca in maniera delicata e asciutta, Emilio fa il suo ineluttabile percorso verso il reparto che ospita i malati più gravi, in un'alternanza senza soluzione di continuità di piano soggettivo (ciò che Emilio considera reale) e piano oggettivo (la realtà). Viene da fare un paragone con un capolavoro come «Qualcuno volò sul nido del cuculo», e la sorpresa è che l'opera di Paco Roca non ne esce sminuita.
Rughe
di Paco Roca Tunué, 2008 104 pagine, 12.50 euro |
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