Roberto Calasso, La Folie Baudelaire
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| Il sogno di un vasto bordello, che è anche un museo. L'unico sogno che Baudelaire abbia raccontato. Entrarvi è semplice, uscirne impossibile. Come in una sorta di "Codice Baudelaire", Calasso ri-legge il poeta dello spleen e il poeta dello spleen ri-legge Calasso. Nel dedalo dell'inconscio, assieme a Ingres e Delacroix, Degas, Manet, Rimbaud e Proust. Nella catena dell´insolenza, dell´improntitudine e dell´immediatezza che collega i Salons di Diderot a quelli di Baudelaire, viene fuori che «il culmine della critica d'arte dell'Ottocento è sicuramente Baudelaire. Ma chi era, per lui, il "pittore della vita moderna"? Diresti Manet, e invece lui incorona il mediocre Guys, che è una specie di fotogiornalista. Ma quel pittore della vita c'era già stato, era Tiepolo. Chi fu capace, come chiedeva Baudelaire, di dipingere una cortigiana? Lui. E il vero pittore della décadence di Nietzsche? Anche quello è Tiepolo».
Roberto Calasso "La Folie Baudelaire" Adelphi, 2008 pp. 425, € 36,00 Genere: Critica letteraria |
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