Nadeem Aslam, La veglia inutile
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| La ribalta è tutta per i venticinque e passa anni di guerra ininterrotta sul fronte afghano. S'intrecciano i destini di un medico inglese settantenne, una donna russa in cerca di fratello scomparso, un giovane talebano, eccetera eccetera. Dimenticate gli aquiloni. Non c'è estetismo né pietismo. Siamo, piuttosto nella lirica epica. Nell'epopea dei danni collaterali. «La guerra fredda era fredda solo per gli abitanti dei paesi ricchi». Non lo era, evidentemente, per l'Afghanistan. Un inferno terrestre lacerato da decenni d'invasioni, occupazioni e violenze. Su cui Aslam tesse legami complessi. Amore e brutalià. Salvezza e follia. In tour, tra le (a)simmetrie della catastrofe. «Non sono necessarie spiegazioni in questo paese. Non sarebbe una sorpresa se gli alberi e i rampicanti dell'Afghanistan un bel giorno smettessero di crescere, per timore che se le loro radici si allungassero troppo potrebbero venire a contatto con una mina sepolta nelle vicinanze».
Nadeem Aslam "La veglia inutile" Feltrinelli, 2008 pp. 320, € 18,00 Genere: Narrativa anglo-pakistana |
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