«Otto film italiani su 55 è solo essere nella media. Anzi, direi che è un numero contenuto. Der Spiegel invece di parlare di una Mostra di Venezia patriottica avrebbe potuto gioire per il ritorno nel concorso principale della Germania
con due grandi film». Il direttore della Mostra del cinema di Venezia, Marco Muller, respinge così al mittente le accuse rivolte dal settimanale tedesco alla scelta di inserire nel concorso veneziano quattro film italiani. E sottolinea invece l'importante presenza tedesca con il veterano Werner Shroeder ('Nuit de chien'), ex attore di Fassbinder e figura chiave della nouvelle vague tedesca degli anni '70, e con il più giovane Christian Petzold, che a Venezia ci era giá stato nel 2000 con «Lo stato in cui vivo». Muller torna a ribadire anche la sua posizione sulla polemica
con il Festival di Roma che aveva promesso, nella persona di Gian Luigi Rondi, di non fare anticipazioni e di voler presentare prime mondiali. «Rondi è il maestro di tutti noi tutti -afferma Muller- e mi fa paura il pensiero che avrá un anno intero per preparare il festival del 2009 ma per adesso non posso non notare come siano venuti meno i propositi di non fare anticipazioni a ridosso di Venezia e di avere prime mondiale in cartellone. Mi dispiace solo che se la sia presa per averglielo fatto notare». Il direttore risponde poi a chi ha parlato del cartellone veneziano di quest'anno come di una seleziona che privilegia gli autori e la sperimentazione al red carpet: «Per il secondo anno consecutivo c'è il record di cinque film americani, certo non ci sono alcuni film spettacolari, ma perchè si tratta di titoli che usciranno a Natale e non aveva senso presentarli ora a Venezia. ma vi assicuro che il cinema americano non snobba affatto Venezia. E ancora ringrazia
per i molti titoli per i quali Venezia si è rivelata il trampolino verso l'Oscar». (S.Bio.)