Il Sole 24 Ore
Stampa l'articolo Chiudi

Tra Bowie, Zeppelin e progressive rock

di Michele Monteverdi

Robert Plant sembra un angelo biondo caduto dalla spazio. Attorno a lui i compagni di viaggio Jimmy Page, John Paul Jones e John Bonham. Lo sguardo ieratico neanche fossero icone sacre. Sullo sfondo, una Luna uscita da un film di Georges Melies. Tutti e quattro indossano una tuta spaziale. La stessa degli astronauti che il 20 luglio di quarant'anni fa hanno messo per la prima volta piede sul satellite.
Led Zeppelin, "Early Days - The Best Of Led Zeppelin, Vol.1"Anche i Led Zeppelin, in quell'immagine apparsa su una rivista francese negli anni Settanta e utilizzata come copertina di un «best of» del 1999, sembrano appena tornati da una pioneristica missione nello spazio. Del resto la loro avventura musicale, con l'omonimo disco «Led Zeppelin», è iniziata appena sei mesi prima della missione dell'Apollo 11. (il seguito, «Led Zeppelin II», sarebbe arrivato a fine ottobre). E se Neil Armstrong e compagni avessero avuto l'iPod, brani come «Good times bad times» o «Your time is gonna come» sarebbero probabilmente finiti in playlist. Così come è altrettanto probabile l'esclusione di «Space oddity», il singolo che David Bowie fece uscire l'11 luglio, cinque giorni prima del lancio. Non che il brano fosse brutto. Anzi. Il fatto è che, cantando di un astronauta in partenza per un viaggio senza ritorno, poteva a ragione suonare come un malaugurio.
È però la nascente scena progressive, che proprio in quei mesi stava prendendo il posto della psichedelia nell'immaginario lisergico dei giovani, a tradurre in musica il fascino dei viaggi spaziali. Atmosfere debitrici di film come «2001: Odissea nella spazio» del regista Stanley Kubrick. «Ancora prima dell'astronauta Neil Armstrong, gli spazi cosmici sono esplorati dai pionieri del progressive rock», scrive lo storico Mimmo Franzinelli. Debuttanti come King Crimson («In the court of the Crimson King») e Yes (con il disco omonimo), ma anche veterani come Grateful Dead («Aoxomoxoa») , Frank Zappa, («Hot rats»), Captain Beefheart («Trout mask replica») e Jefferson Airplane («Volunteers»). Tutti attratti, in quel 1969, dalle sperimentazioni progressive. Mentre «Tommy» degli Who e «Arthur» dei Kinks si contendevano la palma di prima rock opera della storia. Altra storia.
Soprattutto, molte sono le suggestioni spaziali presenti nei Pink Floyd. Il 25 ottobre 1969 Gilmour, Waters, Wright e Mason danno alle stampe quello che è forse il loro lavoro più sperimentale: «Ummagumma». Continuando un viaggio che, partito nel 1967 dai cancelli dell'alba («The Piper at the Gates of Dawn»), giungerà quattro anni dopo sul lato oscuro della Luna («Dark side of the moon»). Non è un caso che la britannica Bbc abbia utilizzato le loro canzoni come colonna sonora alla diretta televisiva dell'allunaggio.
Il 1969 non si fa comunque mancare nulla: le sfuriate pre punk degli Mc5 («Kick out the jams») e l'hard rock granitico dei Deep Purple, oltre al folk degli inossidabili Bob Dylan («Nashville skyline») e Leonard Cohen («Songs from a room»). Per non parlare delle armonie acustiche dei debuttanti Crosby, Stills & Nash. Ma delle finezze pop degli anni precedenti – vedi alla voce Beatles e Beach Boys – resta poco. L'epoca d'oro del peace & love stava tramontando e il festival di Woodstock di agosto ne celebrerà il culmine e insieme la morte. Che i bei tempi del Sergente Pepe fossero finiti se ne erano accorti pure i Baronetti di Liverpool, impegnati a registrare il loro ultimo lp: «Abbey Road». D'altro canto, i rivali Rolling Stones, reduci della morte del chitarrista Brian Jones, escono a novembre con un malinconico capolavoro: «Let It Bleed». E in Italia? Beh, da noi tenevano banco hit come «Scende la pioggia» di Gianni Morandi, «Storia d'amore» di Adriano Celentano e «Lisa dagli occhi blu» di Mario Tessuto. Certo, tra i 33 giri più venduti, spiccavano il «Volume III» di Fabrizio De Andrè e l'esordio di Lucio Battisti. Ma si trattava per sempre di un altro pianeta.

Redazione OnlineTutti i serviziI più cercatiPubblicità   -Fai di questa pagina la tua homepage
P.I. 00777910159 - � Copyright Il Sole 24 Ore - Tutti i diritti riservati   partners