Non fu come descrivere il mito di Gagarin, il primo uomo in volo orbitale, né l'impresa dell'Apollo 8, che girò intorno alla luna dieci volte senza mai sfiorarla. La notte tra il 20 e il 21 luglio del 1969 – racconta con l'emozione di un ragazzino il 79enne Tito Stagno, telecronista della lunga diretta Rai – «fu molto di più: due uomini, gli astronauti Armstrong e Aldrin, toccarono la Luna, in qualche modo svelando la prima meraviglia del cosmo».
«Reached land», alle 4.56 ora italiana Tito Stagno ascolta dai tecnici della Nasa le due parole che cambiano il corso della storia e le trasmette agli italiani in mistica attesa: «Ha toccato!».
I dodici minuti precedenti l'atterraggio dell'Apollo 11 furono un fiume di parole al buio per emozionare oltre 20 milioni di telespettatori: «Oltrepassato il punto di non ritorno, a 15 chilometri dalla luna, e iniziata la discesa il mio racconto si trasformò in una radiocronaca perché la diretta televisiva fu interrotta e solo dopo l'atterraggio arrivarono le immagini registrate». Dodici lunghi minuti fino all'irripetibile «reached land» e al litigio in diretta tra Stagno e Ruggero Orlando, che per la Rai seguiva l'evento dalla base di Houston. «Ruggero era un grande commentatore, ma chi fa il telecronista fa un altro mestiere. In cuffia ascoltavo il dialogo tra gli astronauti e i controllori di terra e con l'altro orecchio i comunicati telegrafici che arrivavano dalla Nasa. Messaggi concisi, un po' disturbati, costellati di sigle che io avevo imparato a distinguere: "LOI Ok" siamo in orbita lunare, "C.M." modulo di comando. Nel momento cruciale, Ruggero non ha sentito in cuffia quello che ho sentito io: reached land, tradotto testualmente toccato, toccato il suolo lunare». «E quel battibecco tutto italiano – racconta divertito Stagno – ci fece perdere le parole di Armstrong che annunciava trionfante eagle is landed».
Stagno è un pozzo di nostalgia e di orgoglio per aver comunicato agli italiani la più grande delle conquiste. Già da diversi anni la fantasia dell'uomo corre al prossimo traguardo, Marte. Se lo immagina? «Quella notte del 1969 non sarà ripetibile. Lo sbarco su Marte sarebbe un'operazione lunghissima, difficile da descrivere in un tempo sufficientemente breve e intenso per emozionare».
Come quando bastarono due parole: ha toccato!