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Festival Cinema Venezia 2009: recensioni film, interviste

 
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Le stelle in gara: via le major, restano le star

di Boris Sollazzo

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31 agosto 2009

Tra i divi presenti Viggo Mortensen, Ewan McGregor, George Clooney, Oliver Stone e Steven Soderbergh


Fare il direttore di un festival come quello di Venezia è difficile almeno quanto essere il ct della nazionale di calcio. Tutti si sentono in diritto di giudicarne le scelte, tutti pensano di poter far meglio. E al Lido, poi, si vuole grande cinema unito a red carpet da infarto, un po' come volere nella stessa persona il talento di Maradona e la grinta di Gattuso. Inoltre ci sono difficoltà oggettive, la maggiore delle quali è la latitanza sempre più evidente delle grandi major che ai prezzi del Lido – spese altissime e ritorni incongrui – sono sempre più restie a portare film e star alla Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia. E così il parterre, comunque nutrito, va valutato nella qualità, oltre che nella quantità. Un po' vintage Christopher Lambert che affianca la diva d'autore Isabelle Huppert nel film di Claire Denis, esteticamente perfetta la coppia della pellicola sci-fi sentimentale di Von Dormael, Diane Kruger e Jared Leto, intrigante e matura quella del maestro Rivette, formata da Jane Birkin e l'italiano Sergio Castellitto (presente anche in Orizzonti in «Tris di donne e abiti nuziali» di Vincenzo Terracciano, con Martina Gedeck). Quest'ultimo è portabandiera di uno star system tricolore che si presenta in forze: su tutti il triangolo Scamarcio-Trinca-Argentero per «Il grande sogno» di Michele Placido e la squadra di Tornatore per «Baarìa» (ancora Placido ma da attore, i fratelli Fiorello, Aldo Baglio, Donatella Finocchiaro, Gullotta, Raul Bova, Salemme, Laura Chiatti, Lo Verso, Lo Cascio, Lavia, Faletti e tanti altri vicino ai giovani e sconosciuti protagonisti). E se della generazione d'oro mancano Germano, Rossi Stuart, Favino, ci sono alla Settimana della Critica Valerio Mastandrea e Anita Caprioli.
Rimanendo in Europa, potrebbero avere una bella chimica Charlotte Gainsbourg, reduce dal tour de force con Lars Von Trier, e Romain Duris, mentre Moritz Bleibtreu, divo tedesco richiestissimo, si affida a Fatih Akin. Le grandi stelle americane, quelle che riempiono le prime pagine dei giornali sono racchiuse tutte in pochi film, nella selezione ufficiale, tra Concorso e Fuori Concorso. «Bad Lieutenant: Port of call New Orleans» schiera Nicholas Cage, sempre molto amato anche se un po' bollito, ed Eva Mendes, in ascesa vertiginosa. John Hillcoat piazza in «The Road» un tris da infarto: Charlize Theron, Robert Duvall e Viggo Mortensen, alle prese con un mondo devastato e coinvolti in lotte all'ultimo sangue. Grant Heslov con «The man who stare at goats» vede i punti del collega e supera con un poker d'assi: l'ormai chiacchieratissimo George Clooney (chi lo affiancherà in passerella?), Ewan McGregor, Kevin Spacey e Jeff Bridges.
Fuori gara «Brooklyn's Finest» (è un'anteprima "solo" europea) che schiera il quartetto formato da Richard Gere, Don Cheadle, Ethan Hawke ed Ellen Barkin in un noir poliziesco politicamente scorretto. C'è invece il dubbio che la coppia Colin Firth - Julianne Moore di «A single man», possa essere oscurata dal loro regista esordiente, Tom Ford, stilista e star incontrastata della moda internazionale.
Naturalmente rimane sempre il grande punto interrogativo su quanti e quali si presenteranno, i forfait dell'ultimo minuto potrebbero togliere da questo elenco qualche divo (ma le feste serali, su navi e nei locali, potrebbero portarne qualcuno in più) e così conviene dare un'occhiata alle iniziative collaterali. E scoprire che il premio Jaeger LeCoultre andrà a Sylvester Stallone e che l'ambito riconoscimento intitolato a Robert Bresson, istituito dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, quest'anno sarà appannaggio del regista Walter Salles. Perché si può essere star anche dietro la macchina da presa.
C'è grande trepidazione, per esempio, per incontrare Steven Soderbergh e vedere il suo «The informant!», con un Matt Damon annunciato in gran forma. O per Oliver Stone che con «South of the border» indaga e scopre Hugo Chavez, dopo che con «Comandante» e «Looking for Fidel», aveva già viaggiato nell'universo del lider maximo cubano Fidel Castro. E un altro cineasta se ne va a quelle latitudini, Giuliano Montaldo, con un altro documentario, «L'oro di Cuba», mentre Citto Maselli mette davanti allo schermo una stella soprattutto teatrale che ha fatto anche grande cinema, Roberto Herlitzka, con Valentina Carnelutti e Arnoldo Foa, per il suo «Le ombre rosse».
E di e per il teatro vive il divo per eccellenza, Toni Servillo, che proprio qui a Venezia, nel 2001, con «Luna Rossa» di Capuano e «L'uomo in più» si impose con la forza della sua bravura anche al cinema e che qui affronta il film «Deserto Rosa» di Elisabetta Sgarbi, in Orizzonti. E grande curiosità c'è per un attore, di palco e di set, che si fa regista, insieme a Roman Paska, ovvero John Turturro: il titolo della sua prova è «Prove per una tragedia siciliana».
E non abbiamo parlato del l'inaugurazione della Sic, con «Metropia» di Tariq Saleh che mette insieme Vincent Gallo e Juliette Lewis o delle Giornate degli Autori dove Luca Zingaretti vive «L'amore e basta» di Stefano Consiglio. Il red carpet c'è, basta srotolarlo.

31 agosto 2009
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