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The Curious Case of Benjamin Button

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Paramount Pictures
Regia di David Fincher
Cast: Brad Pitt, Cate Blanchett, Taraji P. Henson, Julia Ormond, Jason Flemyng, Tilda Swinton, Eric West, Elias Koteas, Joshua DesRoches, Elle Fanning, Shiloh Jolie-Pitt

Il nostro voto: 6

La recensione
Ci sono film che cambiano la vita di chi li guarda, alcuni persino la Storia. Sembra saperlo Gus Van Sant, indipendente outsider che sa corteggiare Hollywood mantenendo spesso un'etica e un'estetica rigorosa, sofferta, graffiante e graffiata. Autore di capolavori anche contrastanti (da Drugstore Cowboys a Elephant), di un successo commerciale che molti non gli hanno perdonato (Scoprendo Forrester), per il biopic di Harvey Milk decide di usare moduli visivi e narrativi tradizionali per essere rivoluzionario come impone la storia dell'uomo che nel 1977 divenne il primo omosessuale dichiarato a ricoprire una carica pubblica: 11 mesi di mandato interrotti dalla pistola di un collega, Dan White, che uccise anche il sindaco di San Francisco George Moscone. Stile classico inframmezzato da inserti documentari, fotografia di Harris Savides e colonna sonora di Danny Elfman a livelli di eccellenza, così come la recitazione di uno Sean Penn da Oscar, tutti i tasselli di questo film- mosaico sono al loro posto. L'Obama gay c'era, già 30 anni fa. Parlava di speranza e cambiamento, e come lui sapeva parlare a tutti. Il film pluricandidato agli Oscar, che vede collaborare per la terza volta un regista audace e innovativo come David Fincher con la star planetaria Brad Pitt, è ispirato a un racconto di Francis Scott Fitzgerald, di cui viene conservata l'idea di base, molto bella. Benjamin Button nasce infatti alla fine della prima guerra mondiale, nel 1918, ed è un bambino con l'aspetto di un ottantenne. Invece di invecchiare, però, nel corso della storia ringiovanisce miracolosamente e gradualmente attraversando tutto il Novecento. Un punto fermo della sua vita sarà l'amore per Daisy, conosciuta in giovane età. Il film di Fincher avrebbe potuto essere una parabola umana densa e carica di significati, ma il regista asseconda senza grande inventiva lo script di Eric Roth (sceneggiatore anche di «Forrest Gump»), che è notevolmente episodico e manca di vera forza drammatica. La pellicola rimane così soprattutto una successione perfetta ma glaciale di scene, atmosfere e costumi di periodi differenti, tutti magistralmente ricreati. Non riesce però a farci interessare, meraviglie del trucco a parte, a un personaggio perlopiù inerte e passivo come Benjamin Button. Se non fosse per una splendida Cate Blanchett, questa pellicola visivamente eccelsa ma con poca profondità risulterebbe un po' estenuante nelle sue quasi tre ore.

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