Se la vita ci ha deluso o ferito, se c'è qualcosa nel nostro passato più o meno recente che ci imbarazza o minaccia, se non sappiamo concretamente cosa fare del nostro futuro, Bangkok è il posto giusto in cui perdersi. Ne fa esperienza il romanziere inglese Lawrence Osborne, già autore de «Il turista nudo» e «Shangri-La» che quest'anno pubblica (in Italia per «La collana dei casi» di Adelphi») un libro intitolato semplicemente con il nome della capitale tailandese. Il lavoro trabocca decadentismo e mal di vivere, fino a ricondurre l'immaginario del lettore a certe suggestioni proprie della Parigi dei fumatori d'oppio di fine Ottocento. Innumerevoli le perdizioni possibili a Bangkok: dal ristorante «No mani» in cui il cliente viene imbavagliato e imboccato agli scannatoi dove macellai impasticcati ammazzano le bestie nel modo più cruento possibile, ancora a una camera d'albergo
Lawrence Osborne - Bangkok - Adelphi - Euro 20 - pp. 260