Chi ama le avventure di Maigret non si lascerà scappare questo prezioso tomo che raccoglie alcune delle pagine più autentiche, proprio perché sofferte, del suo autore. In «Memorie intime» Georges Simenon si mette a nudo e non potrebbe essere altrimenti: l'opera esce nel 1981 a tre anni dal suicidio di sua figlia Marie-Jo, un evento che sconvolge la vita dello scrittore e lo costringe a interrogarsi con spietatezza su sé stesso e su chi gli stava intorno. C'è tanta voglia di mettere ordine, eppure prevale la volontà di raccontare. O forse sarebbe il caso di dire l'istinto. C'è lucidità nello sguardo di chi scrive, quando si tratta di tracciare il bilancio di un'intera carriera spesa sulle tracce di un uomo che «non è di quelli la cui fotografia campeggia sui muri delle città, non si incontra nei salotti né tanto meno in quelle roccaforti che sono le banche. Meno che meno nelle sedi dei vari governi». All'alta società, Simenon preferiva provocatoriamente la purezza di un selvaggio che nemmeno conosce il senso della parola denaro. Qualcosa di molto lontano dagli artifici dell'evo moderno: il grado zero dell'umanità.
Georges Simenon - Memorie intime - Adelphi - Euro 16 - pp. 1228
