Che cosa avviene se un uomo di scienze incontra un santo? Mentre leggi «I pazzi di Grégoire» hai difficoltà a non porti questa domanda. L'autore è Valerio Petrarca, un antropologo dell'Università Federico II di Napoli che per motivi di studio attraversa l'Africa profonda e arriva in Costa d'Avorio. A Bouaké visita i centri di Grégoire Ahongbonon, tra i pochissimi da quelle parti a porsi il problema dell'umanità che sta dietro alla malattia mentale. Per molte culture africane infatti non solo forme più o meno gravi di pazzia ma anche problemi come l'epilessia sono manifestazioni del Maligno: chi ne è affetto deve necessariamente essere allontanato dalla comunità, magari legato a un albero dove attenderà la fine. Grégoire è l'uomo che spezza le catene dei reietti, li accudisce e prova a curarli. Grégoire nei confronti di questi problemi ha un approccio moderno, per certi persino versi scientifico, lontano anni luce dalle superstizioni imperanti sotto l'equatore, eppure è a suo modo «santo». Petrarca, per quanto uomo abituato a guardare l'uomo attraverso le lenti della scienza, ne avverte tutto il fascino ed ecco che la sua prosa si allontana dal saggio e felicemente cede alla tentazione della letteratura. Che questo sia il libro di una conversione?
Valerio Petrarca - I pazzi di Grégoire - Sellerio - Euro 16 - pp. 176