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PROSSIMAMENTE AL CINEMA

Il testo integrale dell'intervista

di Michela Finizio

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28 gennaio 2010

La tecnologia utilizzata in Avatar che cosa ha reso possibile che prima era impossibile realizzare con il cinema? La grossa differenza rispetto agli inizi della motion capture sta nel fatto che, prima, uno o due attori al massimo venivano ripresi su qualcosa che era già stato ripreso in precedenza, oppure grandi gruppi di attori venivano ripresi e poi inseriti successivamente nella ripresa dal vivo. In questo caso invece abbiamo sviluppato un sistema per cui il set virtuale diventa reale e il regista può girare mentre gli attori recitano, con l'illuminazione corretta e così via... Insomma, tutto è reale ma è come se fosse virtuale. E cosa invece è ancora impossibile realizzare? Niente, direi. Si potrebbe dunque anche filamare lo sbarco su Marte, trasmetterlo in tv e far credere a tutto il mondo che l'uomo è atterrato sul pianeta rosso? Certamente è possibile simularlo, ma non posso immaginare che governi e organizzazioni internazionali abbiano la disponibilità economica per finanziare un progetto del genere. Dovrebbero essere folli. Non ci sono limiti dunque al cinema del futuro? Penso che con la tecnologia che abbiamo sviluppato, abbiamo a disposizione tutti gli elementi di tecnologia necessari per poter con sicurezza riuscire a fare tutto quello che ci viene richiesto. Parlo, in particolare, della resa fotorealistica perchè è in questo momento è più facile con la tecnologia che abbiamo rendere reale qualcosa che non è reale. Mentre quello che ancora è difficile, e richiede più tempo e applicazione, è riuscire a rendere qualcoasa che non è reale. Perchè finchè non lo si vede fatto non si riesce a capire se funziona... non lo si vede non si può sapere come si comporta ed è difficile imitare una cosa senza avere punti di riferimento. Si potrebbero catturare i movimenti degli animali, ad esempio. Ci avete mai provato? Per Avatar abbiamo utilizzato la motion capture per i cavalli, perchè aveva un senso e faceva riferimento a quelcosa di reale. Ma per le grosse bestie e i mostri presenti nel film non avrebbe avuto senso perchè non sai quali elementi catturare perchè non sono reali. Quello che possiamo fare dipende dalla richiesta del regista…

Cosa pensa della frase di F.F Coppola sul cinema 3D, che lo ha definito come "un arte trasformata a gioco per bambini"? Penso che, in parte, la stereografia finora è stata utilizzata per colpire, per spettacolizzare il cinema e stupire la gente. Penso che lui si riferisse a questo. Mentre con Avatar abbiamo utilizzato il 3D per la prima volta con uno scopo diverso: creare un esperienza immersiva del pubblico dentro un mondo immaginario. Qual è la cosa che le piace di più del suo lavoro? Per lo più creare e sviluppare i personaggi e vederli prendere vita. Si intaura un rapporto di amore-odio però tra il modellista e i suoi personaggi, dopo ore di lavoro? Si crea sicuramente una grande familiarità tra chi crea il personaggio e il personaggio stesso. C'è una frequentazione tale per cui si finisce con il conoscere il personaggio nel profondo, diventa un altro essere vivente che rendi sempre più reale… anche con l'ausilio dell'attore stesso, che poi interpreta quel personaggio. Come è successo in particolare con Natiri che noi abbiamo cominciato a sviluppare fin dall'inizio, e solo in un secondo momento ci siamo seduti a parlare del personaggio con l'attore per capire cosa aveva sentito rispetto al personaggio che aveva interpretato. E dopo, sulla base delle sue senzazioni, abbiamo poi arricchito il personaggio. Cosa pensa del cinema tradizionale, in due dimensioni o neorealista? Sarà superato da queste nuove tecnicne? No, penso che continueremo a guardare film tradizionali per lungo tempo C'è ancora spazio per il cinema italiano dunque? C'è sempre spazio per il cinema italiano. Qual è il suo film preferito? Ah, questa è una bella domanda. Mi piace sempre riguardare Lawrence d'Arabia, solo per la vastità di certe immagini di scena... Quindi è proprio un gusto personale, il suo, per l'effettistica? Quando stai creando qualcosa di fantastico, un nuovo mondo come quello di Avatar così complesso con personaggi, nuovi ambienti e nuovi contesti, si fa sempre riferimento a ciò che si è visto in precedenza, a ciò che ti ha colpito e che è rimasto nel tuo background... Come è diventato un ingegnere, un artigiano del cinema? Sono sempre stato interessato all'aspetto visivo, alle immagini. Ho sempre amato l'idea di di creare cose immaginarie, di fantasia. Poi sono entrato a far parte del mondo del cinema proprio nel momento in cui c'erano sempre più registi a cui interessavano questi aspetti, legati alla creatività delle arti visive. E poi cominciare con Jurrassik park per creare avere la possibilità di creare dinosauri su larga scala per un ragazzo che, come tutti i ragazzi, a scuola a sempre amato i dinosauri e non avrebbe mai pensato di fare una cosa del genere … Beh, è stata una cosa indimenticabile. E' vero che alla Weta ci sono anche 25 italiani? Cosa fanno e come sono arrivati lì? Non conosco il numero preciso, perchè siamo in tanti. La Weta è davvero internazionale e quando la gente arriva lì loro conoscono altra gente che sa che sono bravi e non ci sono grandi aziende di effetti speciali in italia e poi loro lo dicono ada altri amici e così via... Per lavorare alla Weta bisogna avere un curriculum più da operai o da creativi? Oh, abbiamo bisogno di ogni cosa. Abbiamo persone che lavorano come scienziati, ingegneri, esperti di modellistica e di animazione. Ogni competenza è necessaria per fare sì che un film diventi possibile. Un ultima domanda. Qual è la differenza principale tra lavorare con Spielberg e con James Cameron? Questa è una domanda molto interessante perchè lavorano su due differenti tipologie di film. Sai, alla fine dovrei dire che non c'è molta differenza perchè entrambe hanno le idee chiare e sanno cosa vogliono dare... e questa è la cosa importante. L'unica differenza sta nel modo in cui si interagisce con loro.

28 gennaio 2010
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