Matt Damon, nato a Boston nel 1970, ha già vinto un Oscar nel 1997, ma pochi se ne ricordano perché il riconoscimento non era per la categoria "attori" ma per quella della sceneggiatura originale, scritta a quattro mani con Ben Affleck, di "Will Hunting" di Gus Van Sant, film del quale Damon fu anche protagonista.
Dopo diversi ruoli minori, il 1997 è proprio l'anno del raggiungimento del successo per Damon che lavora anche ne "L'uomo della pioggia" di Francis Ford Coppola, prima di diventare l'anno successivo il soldato Ryan di Steven Spielberg.
Nel 2002 è nuovamente protagonista per Gus Van Sant nel poco conosciuto "Gerry" e, nello stesso anno, indossa per la prima volta i panni di Jason Bourne in "The Bourne Identity" cui faranno seguito negli anni successivi "The Bourne Supremacy" e "The Bourne Ultimatum".
Un'altra collaborazione importante è quella con il regista americano Steven Soderbergh, iniziata con "Ocean's Eleven" (2001) e proseguita fino al recente "The Informant!" (2009), uscito lo scorso autunno nelle sale italiane.
Altra annata particolarmente feconda è il 2006, quando è protagonista (con Leonardo Di Caprio) del fortunato "The Departed" di Martin Scorsese e de "L'ombra del potere" di Robert De Niro.
"Invictus" nel quale interpreta François Pienaar, capitano della nazionale sudafricana di rugby ai mondiali del 1995, è la prima collaborazione fra l'attore e il regista Clint Eastwood che l'ha scelto anche per ricoprire il ruolo principale del suo prossimo lavoro "Hereafter".