Dopo tanta gavetta e il successo tv di E.R., il dottor Ross ha fatto il colpaccio. E' diventato una stella luminosa nel firmamento di Hollywood, da regista ha sfiorato il successo clamoroso proprio all'Oscar con Good night, and good luck (comunque per David Strathairn a Venezia arrivò la Coppa Volpi e per lui l'Osella per la sceneggiatura). Quinta candidatura anche per lui- ha vinto come non protagonista per Syriana- deve molto all'amico e sodale Steven Soderbergh, con cui collabora dai tempi di Out of sight e con cui è diventato ricco anche grazie alla saga di Danny Ocean. E' tra i pochissimi nella storia ad aver messo insieme la tripletta di candidature a miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior non protagonista (gli altri sono Welles, Beatty, Allen, Stallone e Benigni), ha una fidanzata italiana e una villa sul lago di Como (della storia con la prima molti diffidano, della seconda alcuni sostengono sia in vendita, ma probabilmente è lo scherzo di qualche immobiliarista furbastro). Sex symbol da almeno un decennio, amato per l'(auto)ironia e il fascino, il suo tagliatore di teste Ryan Bingham in Tra le nuvole è il terzo tentativo di smettere di essere sempre buono e adorabile davanti alla macchina da presa: in Michael Clayton c'era quasi riuscito, in Syriana per farcela era ingrassato e si era fatto picchiare sodo, qui ci prova ma non ci riesce. Ma va bene lo stesso. Da molti viene considerato l'erede di Cary Grant- incredibile somiglianza- ma forse George deve dimostrare ancora qualcosa. A noi piace ricordare la collaborazione coi Coen in Fratello dove sei, il geniale Three Kings e il buon esordio alla regia Confessioni di una mente pericolosa. Per onor di cronaca è stato anche il peggior Batman della storia, per colpa di Joel Schumacher. Un flop imbarazzante, vissuto con grande eleganza.
