A Cannes ha fatto urlare al miracolo, anche per la presenza in sala delle star Lenny Kravitz e Mariah Carey (qui assistente sociale), che nel film regalano dei camei. In tutto il mondo, e in America soprattutto (vedi Sundance), ha fatto gridare alla grandezza del cinema indipendente. Dramma sociale e sociopatico, seguiamo la Precious del titolo nella sua vita maledetta. Vittima di ogni atrocità e di un corpo enorme che ne ingabbia le speranze, è il saggio vivente (la storia è vera? C'è chi giura di sì, anche se il film è tratto da un libro di Sapphire) delle perversioni della nostra società. Vittima di violenza incestuosa da sempre, e ora in cinta per questo, emarginata da tutto e da tutti in un quartiere troppo povero, e non solo materialmente, analfabeta, Precious (la colossale Gabourney Sidibe) cerca nella sua mente e, solo dopo molte diffidenze, in una giovane maestra, la vita che desidera. Film ricattatorio- impossibile non empatizzare con questa ragazza devastata dalla vita e nonostante tutto piena di energia e speranza- ha colpito al cuore pubblico e critica, fino a diventare, per mesi, il favorito agli Oscar, seguendo il sentiero del cinema indipendente e vincente aperto, negli ultimi anni, da Crash. Qualcosa porterà a casa, anche se è stato molto sopravvalutato. In Italia, per ora, lo potete vedere solo in quella magnifica e coraggiosa rassegna cinematografica che è il Festival di Cinema Africano, d'Asia e d'America Latina. Sei nomination per una vita spezzata, ma mai piegata.