Personaggio straordinario John Lasseter che, come un supereroe, ha un corpo e un viso ordinari. Un genio assoluto che ama Miyazaki e ha studiato da Disney a George Lucas, che ha chiuso un accordo artistico-creativo con una delle major più importanti (quella di Topolino, appunto) e che ha ammaliato Steve Jobs fin dall'inizio. Persino Luc Besson, parlando di lui, si spertica in lodi, chiamandolo "maestro" (e chi conosce il cineasta francese sa quant'è difficile strappargli complimenti su altri colleghi). E' sufficiente dire che è il papà della Pixar, colui che siede a capo tavola in quei mitici pranzi in cui vengono su i film che hanno fatto la storia dell'animazione negli ultimi anni. Dieci film, proprio con Up, e nessuna voglia di smettere. Lasseter ci spiega il suo miracolo. O almeno ci prova.
Un Oscar lo avete già portato a casa a febbraio con Wall-E. A Cannes avete aperto il festival. A Venezia avete ricevuto il Leone d'oro alla carriera. E ora Up è tra i migliori film selezionati dall'Academy, non più confinato nella categoria "animazione". Come si sente?
Come in un sogno, continuo a darmi pizzicotti temendo di svegliarmi. Mi sembra incredibile trovarmi in un mondo in cui io possa aver fatto della mia passione un lavoro, che abbia avuto successo e che quello che più amo, l'animazione, anche grazie a me non sia più considerata un passatempo infantile, nè cinema di serie B, ma una risorsa preziosa, un genere che può dare, ha dato e darà film importanti alla storia della Settima Arte. Tutto questo, quando ho iniziato, non l'avrei potuto prevedere. E se solo l'avessi pensato, mi sarei dato del pazzo per primo.
Il vostro sembra il delitto perfetto. Come si fa a rimanere artisticamente indipendenti in un mercato come quello cinematografico, lavorando per e con una major?
E' vero, siamo davvero riusciti a creare una situazione ideale. E voglio parlare senza false modestie, credo che il motivo per cui grandi uomini e grandi aziende hanno puntato su di noi- guadagnandoci sempre, peraltro- è molto semplice. A mio parere le idee sono il miglior piano aziendale possibile, e sono loro la nostra guida. Le seguiamo, approfondiamo, coccoliamo. E poi professionalmente le attuiamo. Crediamo in quello che facciamo. E soprattutto, facciamo quello in cui crediamo. Era così quando al California Art Institute Brad Bird e io abbiamo cominciato a pensare questo progetto, è così ora.
Ha realizzato un "villaggio Pixar" dove i lavoratori hanno diritti, benefit e stipendi importanti. Un'utopia realizzata?
Non vorrei sembrare irriverente o provocatorio, ma forse è solo che noi siamo più furbi degli altri. Perchè se un datore ti paga quanto meriti, se rende il tuo posto di lavoro piacevole e motivante, se ti spinge a cercare la qualità più e prima ancora della quantità, cosa fai? Probabilmente finisci per dare tutto a quell'azienda. Ora, semplicemente noi abbiamo creato un luogo in cui questo è possibile per tutti noi: artisti, organizzatori, tecnici. Senza pensare a fare i soldi- anche se siamo ben felici quando arrivano- ma a regalare a noi stessi e agli altri qualcosa di bello, possibilmente unico. Che porti gioia e che diventi importante per qualcuno. A mio parere quello che tu chiami utopia è solo il metodo più giusto di gestire quest'avventura. E forse anche il più redditizio. Di sicuro il più divertente!