Per l'affidabilità che ha al botteghino- se si esclude il bellissimo e sottovalutato Abyss, che però già dal titolo prometteva male- potrebbero quotarlo in borsa. Già, perchè i suoi incassi si misurano in miliardi. E ora riprova anche a saccheggiare gli Oscar dopo Titanic (ebbe 14 nomination, record assoluto). Non potrà battersi, visto che allora ne vinse 11- e solo l'antipatia dell'Academy per Di Caprio non gli permise di staccare Ben Hur (poi sarebbe arrivato Il signore degli anelli ad eguagliarlo)- ma potrà essere il primo a portare la fantascienza nel gotha del cinema. Dove non era riuscito con la saga di Alien e Terminator, icone dell'immaginario fantascientifico moderno e ormai classici del genere, potrebbe farcela con Avatar, splendido racconto di un mondo bellissimo e lontano. Ambientalista, antiimperialista, immaginifico- difficile sarà dimenticare i paesaggi di Pandora, così come i suoi abitanti- abbiamo l'impressione che questa pellicola lo farà diventare il John Ford del 3D. E chissà che non voglia tornare a sorprenderci come fece con la commedia True Lies. Perchè se abbiamo imparato una cosa da James, è che non ha confini. Basta che lui voglia una cosa e non ci sono limiti di spazio, di tempo, di genere e di talento che possano fermarlo.