Da una videoteca all'Oscar, Quentin vive ancora un sogno da cui non ha intenzione di svegliarsi. Sembra la trama di un nuovo sequel di Clerks (a Hollywood, magari), è la storia di uno dei registi più amati e discussi degli ultimi vent'anni. Scoperto da Cannes che scovò Le Iene per poi premiare due anni dopo, nel 1994, Pulp Fiction (l'Oscar non ne ebbe il coraggio e gli lasciò le briciole, contro molti pronostici), ha regalato film su cui critici e pubblico amano bisticciare da sempre. Il più bello e trascurato è Jackie Brown, il più citato e rutilante Kill Bill (1 e 2). Ha reso Uma Thurman un mito e un'icona, ha risollevato diverse carriere, tra cui quella di John Travolta che di lui dice "è un genio, io so che rifaremo qualcosa insieme. Un giorno aprirò la mia porta e davanti ci sarà un manoscritto: io vedrò solo il nome dell'autore, Quentin, e senza leggerlo piomberò da lui". Dopo il fallimento di Grindhouse con l'amico, sodale, figlioccio Robert Rodriguez, ha trovato un consenso quasi unanime con Bastardi senza gloria. Film oceanico, diviso in capitoli, si basa sulla performance comica di Brad Pitt (ha trovato il suo miglior talento, a nostro avviso, dopo Burn after reading dei Coen) e su quelle, stupende di Cristoph Waltz (premiato a Cannes e nominato all'Oscar) e di Melanie Laurent. Ha riscritto la Storia con il gusto della vendetta che lui sa raccontare benissimo. Film che con gli anni, forse, risulterà sopravvalutato e che però potrebbe valergli la sorpresa di una manciata di Oscar imprevista, se i temuti veti incrociati alla coppia Bigelow-Cameron verranno attuati. La solita legge dell'Oscar: premia sempre (o quasi) con un film di ritardo.