«...
PAGINA PRECEDENTE
Ma nel 1971, Martha McClintock dell'università di Chicago raccoglie il sudore dalle ascelle di volontarie prima, durante e dopo l'ovulazione, e lo fa annusare ad altre donne il cui ciclo mestruale si accorcia o si protrae di conseguenza. Ciò dimostra l'esistenza di feromoni distinti, scrive McClintock su «Nature» uno pre e uno post-ovulazione. Sbocciano subito ricerche analoghe. Volontari/e sniffano ovatta nuova e magliette lavate con sapone inodore, poi altre indossate da sconosciuti per ore, giorni, anche una settimana. Per misurare se, quale e quanta attività biologica ne derivi, si sottopongono a esami della saliva, del sangue, più di recente a imaging cerebrale per risonanza magnetica prima, durante e dopo l'annusata. L'attività c'è sempre, ma è contraddittoria. Il cervello degli omosessuali reagisce come quello delle eterosessuali, e il cervello delle omosessuali come quello degli eterosessuali. No, la gamma delle reazioni individuali coincide con quella di omo ed etero ai feromoni del sesso opposto. L'androstadienone maschile alza il tasso di cortisolo nel sangue delle donne, e provoca attrazione. No, repulsione. No, l'una e l'altra a seconda dei giorni. Un composto con estradiolo (femminile) estratto dall'urina delle ratte e sparso nelle gabbie dei ratti provoca nei roditori e, a sorpresa, nei ricercatori (maschi entrambi) l'identica reazione. Quella, per capirci, che fece chiedere a Mae West «Ti sei portato la pistola o sei solo contento di vedermi?».
Nel frattempo lo Jacobson è scoperto in altri primati, cebi però, quindi parenti lontani, ritrovato e perso di nuovo negli umani. La metodologia della McClintock è confermata, poi smentita in Exploring the Brain (928 pagine di autori vari, Lippincott, William e Wilkins) dove si legge che «nessuna evidenza solida ha mai dimostrato che i feromoni sessuali umani cambiano il comportamento di individui del l'altro sesso».
Sarà. Ma in Profumo di Jitterburg (Dalai, Baldini & Castoldi 2003) Tom Robbins racconta di Priscilla che inavvertitamente ottiene in un profumo lo stimolo capace di attirarle i trasporti di miliardari e lesbiche. In certi roditori inoltre, per essere efficaci i feromoni indispensabili al legame affettivo vanno leccati. È così anche negli umani? Improbabile, la gente ci sembra sexy prima che gli enzimi della nostra saliva ne metabolizzino il je ne sais quoi.
Arriva alla stessa conclusione Tristam Waytt, professore di zoologia a Oxford e autore del manuale di riferimento (Pheromones and Animal Behaviour, Cambridge University Press 2003), nell'articolo "Pheromones: 50 Years" uscito su «Nature» giovedì scorso. Passa in rassegna le ricerche che ci riguardano, e le trova "inconcludenti". Però non cita certi acidi grassi volatili umani, detti giustamente copuline, brevettati e venduti in spray. Vorremmo fossero efficaci, professore, non per uso personale, non ci fraintenda. Per spruzzarli dove gli uomini fanno la guerra invece di fare... Non funzionano neppure quelli? Pazienza prof, come tante ricerche dei suoi colleghi non hanno salvato il mondo però l'han fatto ridere. Altri cinquanta di questi anni anche a lei.
La rubrica "La domanda" è diventata un blog, inviate i vostri commenti a http://lararicci.blog.ilsole24ore.com/