CULTURA &TEMPO LIBERO

 
 
 
 

Moneta a tempo

testo di Riccardo Sorrentino, foto di Alex Subrizi

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marzo 2010



Da sinistra in alto, in senso orario: Andrea Lagerbauer, commerciante di biciclette: «lo scorso anno abbiamo venduto tre modelli su 200 a clienti che pagavano in Chiemgauer. Modelli più belli e più costosi, 800 euro l'uno minimo». Sabine lavora al caffè Juliana: «Accettiamo i Chiemgauer perché in linea con i nostri valori Ma siamo una piccola attività e per noi sono onerosi».
Rolf Estermann dell'Hotel Bayerischer hof: «Solo l'uno per cento delle nostre ricevute è in Chiemgauer, da parte nostra accettarli è un gesto simbolico. trovo interessante il meccanismo: devi spendere la banconota entro tre mesi o si svaluta. A me capita ogni tanto di andare da andrea, del negozio di articoli sportivi, a comprarmi delle scarpe da ginnastica, e lui ricambia venendo qui a pranzo». Julia Kollmannsberger del Mercato biologico regionale di Prien: «Il Chiemgauer rafforza la nostra regione. Chi lo usa sostiene i produttori e gli imprenditori locali».


La banconota rossa vale "10 Chiemgauer". Sul biglietto appaiono, in bella evidenza, una data di emissione e uno spazio per i bollini da applicare a date prestabilite, ogni tre mesi. A Prien am Chiemsee, in Baviera, si paga anche così. Un Chiemgauer vale un euro ed è spendibile in seicento negozi di un circuito locale. «Lo usano perlopiù persone istruite, spesso professionisti. Hanno una certa mentalità: tendono a comprare cibo biologico e a sostenere le aziende locali», spiega Andrea Lagerbauer, che vende biciclette.
Il Chiemgauer è il frutto di un'iniziativa di Christian Gelleri, 36 anni, insegnante alla Freie Waldorfschule di Prien: una scuola ispirata all'antroposofia di Rudolf Steiner, che coniuga la creatività individuale con l'apprendimento collaborativo tra gli studenti. Steiner ritorna spesso nelle parole di Gelleri: «Non voleva soluzioni tecnocratiche applicate da uno stato o un'azienda anonima. Le soluzioni devono crescere organicamente, attraverso la creatività di individui e gruppi. Devono essere utili e al contempo idealistiche e pragmatiche».
Su queste basi culturali l'esperimento si è sviluppato lungo sette anni: è stato varato a fine gennaio del 2003 con l'aiuto di sei studentesse e si è presto sganciato dalla scuola. Oggi circa 3mila consumatori usano la valuta di Gelleri. E devono farlo in fretta, perché i Chiemgauer sono una moneta "a deprezzamento" e col tempo perdono valore: il 2 per cento ogni tre mesi. Il sistema garantisce così una notevole velocità negli scambi all'interno di una comunità, spesso un gruppo di operatori non profit, ed è applicato a diverse monete locali. In Germania si contano almeno altri 44 casi, cui si aggiunge una ventina di iniziative con banconote a valore stabile.
Le origini dell'esperimento di Gelleri sono lontane e fortunate. Molto distanti dal mondo di Steiner. È possibile trovare i primi esempi di valute locali agli inizi dell'Ottocento, soprattutto in area tedesca. Il più famoso è il Wir svizzero (wir in tedesco vuol dire "noi"), i cui risultati sono giudicati eccezionali da molti. È in circolazione dal 1934, quando la crisi economica spinse molte comunità a dotarsi di un sistema complementare di pagamento; oggi è usato da 62mila persone e ha un giro d'affari di oltre 1,5 miliardi di franchi svizzeri. Queste iniziative furono ispirate da un imprenditore ed economista fuori dagli schemi, il tedesco Silvio Gesell (1862-1930), anarchico in politica e liberista in economia, fondatore della Freiwirtschaft, l'"economia libera". Gesell aveva lanciato l'idea di una moneta libera non emessa da stati e governi (da affiancare agli altri due pilastri del suo sistema: la libera terra, che può essere affittata ma non comprata, e il libero commercio) ottenendo alcuni insospettabili sostenitori. «Penso che il futuro imparerà più da Gesell che da Marx», scrisse nella Teoria generale John Maynard Keynes, colpito dall'idea di una moneta a "scadenza", se non usata, che funzionasse come mezzo di scambio ma non per accumulare di ricchezza.
Dietro questi elogi, c'era la sorpresa per i risultati ottenuti dalla comunità austriaca di Wörgl, fonte di ispirazione anche per Gelleri. Nel 1932, nel pieno di una crisi gravissima, il piccolo villaggio tirolese di 4mila persone cercò di mettere a frutto gli insegnamenti di Gesell. Il paesino aveva una disoccupazione del 30 per cento e il comune poteva contare su una liquidità di 30mila scellini a fronte di un debito di 1,3 milioni. Il sindaco, Michael Unterguggenberger, il 31 luglio del 1932 decise di emettere 32mila "certificati di lavoro", che perdevano ogni mese l'1 per cento del loro valore, potevano essere convertiti in scellini al 98 per cento del valore nominale ed erano accettati per il pagamento delle tasse locali. Il comune depositò in una banca riserve in scellini sufficienti a coprire un'eventuale corsa agli sportelli per convertire i certificati. Ne entrarono in circolazione, effettivamente, solo 12mila, ma nel timore che si deprezzassero circolarono molto rapidamente: molti negozi li accettarono scatenando un piccolo miracolo economico. Le entrate del comune salirono dai 2.400 scellini del 1931 a 20.400 del '32 e l'amministrazione fu in grado di varare un piano di lavori pubblici - strade, ponti, case, serbatoi, fogne, illuminazione pubblica, persino un trampolino da sci - pagando il 50 per cento dei salari con i certificati. La disoccupazione crollò a zero mentre i prezzi rimasero stabili.
  CONTINUA ...»

marzo 2010
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