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L'industria si regge su premesse che saranno verificate soltanto dopo vari tentativi. Al momento si esclude una resurrezione a breve dei corpi, salvo miracolo, mentre il primo trapianto di cervello potrebbe avvenire verso la fine del secolo. In tal caso, a rivivere sarà l'Io ineffabile, non la vil materia. L'ipotesi è che le memorie accumulate nella prima vita - e insieme l'identità, la mente o l'anima - emergano quando è attecchito in un altro organismo (dello stesso sesso e umano, si presume, non essendoci l'opzione "altri animali" nei vari prospetti). In compenso, quelli dell'Acs citano il parere di autorità religiose ebraiche, cristiane e musulmane: spostare la propria anima in un corpo altrui non offende Dio.
«L'ipotesi è sensata», dice Claudio Luzzatti, professore di Psicobiologia all'Università di Milano-Bicocca. «Trent'anni fa, Eric Kandel e Tom Carew (premi Nobel 2000, ndr) insegnavano alle aplisie, delle lumache di mare, a ignorare uno stimolo applicato con delicatezza sulla coda oppure sul sifone (la bocca, ndr). Così dimostravano che i ricordi sono codificati diversamente nei neuroni. Basta rifare l'esperimento, tenere le bestiole in freezer un paio di giorni per poi trapiantarne i neuroni in altre e ripetere lo stimolo. Se ritraggono la coda o chiudono il sifone, vuol dire che la memoria è svanita».
Se qualche crionista ci ha provato, non ha pubblicato i risultati: tocca dedurne che erano negativi. Luzzatti ritiene anche «molto improbabile che tra un secolo, o due, i neurochirurghi sappiano ricollegare il fitto cablaggio» che unisce corpo e cervello. Sulla probabilità che tra un secolo, o due, ci siano ancora l'Acs, l'Alcor o la KrioRus ad accudire i clienti, non ci ha ancora risposto nessuno.
Le immagini di questo servizio sono state realizzate da Gianni Cipriano, 26 anni, nato a palermo e residente a New York dal 2007. Free lance per il «New York Times», attualmente sta lavorando con ron haviv, famoso fotografo di guerra. le fotografie, tratte dal progetto «where beauty softens your grief», sono state scattate presso l¹impresa di pompe funebri guidata da Isaiah Owens ad Harlem: «Isaiah è un artista - spiega Cipriano - e i corpi sono i suoi capolavori. con dedizione e rispetto questo moderno anubis prepara i defunti per la loro vita nell¹aldilà. per la cultura occidentale la morte è un tabù che Isaiah Owens sfida ogni giorno».