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Agli sceneggiatori l'Accademia Disney insegna a incanalare la propria creatività in maniera efficace. «Molti di loro sono già predisposti per il "pensiero laterale" - spiega Sisti - ca-somai devono abituarsi a ragionare in termini di comunicazione di massa». Qualche tecnica di base? «La correzione dell'esistente: se un film o un romanzo ci hanno deluso, provia-mo a riscriverne il finale, poi l'incipit e quindi il resto. La storia che otteniamo è nuova. Altro metodo è la rielaborazione del reale: osserviamo sempre le persone che ci stanno intorno, per esempio in treno o nella sala d'aspetto del medico, e proviamo ad "appiccicar" loro una storia che secondo noi funziona».
L'imperativo categorico resta il contatto con il pubblico. «Un'emozione è tale solo se condivisa - conclude Sisti -. Ma al lettore bisogna saper dare qualcosa di più di ciò che vuole: quello che non sa di volere. Quello che vorrà».