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30 ottobre 2009

Konstantin Grcic.
Penso sia troppo facile pensare che esista una sola risposta. La prima che mi viene in mente è che tutti continuano a interessarsi al design. Questo perché, anche in tempi difficili come quelli attuali, o forse soprattutto a causa del particolare momento in cui ci troviamo, la gente ha bisogno di trattarsi bene, di cercare e trovare gratificazioni personali. Quando sono un po¹ giù decido di comprarmi e mangiarmi una barretta di cioccolato. Ecco, in questo periodo molte persone, con le cattive notizie all¹ordine del giorno, sono intimamente alla ricerca di una carezza, di una sicurezza, di un sogno.

Il design può rispondere a questa domanda. Un pezzo di design può fare sognare, ma può anche corrispondere a quelle doti di bellezza, solidità e stile che la gente oggi sta cercando per sentirsi meglio, esteriormente e interiormente. Non mi stupirei se il prossimo Salone del mobile fosse ancora all¹insegna del brillante, del luccicante. Esiste però un altro modo di rispondere alla domanda. Osservando quello che sta succedendo nel mondo, cresce la necessità di ripensare le nostre vite. Non possiamo più permetterci di vivere come negli ultimi dieci anni delle nostre esistenze. Abbiamo bisogno di ritrovare fiducia nelle "cose vere". In fondo, il buon design ha sempre fatto questo: ha creato prodotti onesti e intelligenti in cui la qualità si poteva toccare con mano. Ecco quindi che oggi, anche in tempo di crisi, il cliente preferisce spendere qualche soldo in più ma essere sicuro di quello che compra. Quindi presta molta attenzione al marchio, al designer, ai materiali che sta acquistando.

È molto più difficile, questa realtà, per i nuovi brand. I marchi storici, al contrario, potrebbero addirittura trarre vantaggio da questa voglia di solidità e qualità storica. Potrebbe esserci un ulteriore scenario che si apre con questa domanda. L¹urgenza di un cambio drastico. È come quando ci si trova con le spalle al muro. Bisogna fare qualcosa, subito, altrimenti la fine è inevitabile. In questo contesto, di solito, si sviluppano grandi idee e crescono grandi personaggi. È il momento della speranza, del salto nel vuoto verso un futuro. Quindi occorre buttarsi e vedere cosa succede. Proviamo a rischiare. Un pezzo di arredo deve essere pensato per una lunga vita. Quando prendo decisioni che riguardano un mio progetto, che si tratti di una sedia, di una scrivania, di una lampada, penso sempre: mi piacerà ancora, fra cinque anni? La longevità è una caratteristica intrinseca di un pezzo di arredo. L¹oggetto che scelgo è la James Irvine chair realizzata da Thonet per Muji.

30 ottobre 2009
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