CULTURA &TEMPO LIBERO

 
 
 
 
HOME DEL DOSSIER

L'editoriale

In primo piano

Temi precedenti

Scritti per Ventiquattro

Nascita e morte al tempo di Facebook

di Giuseppe Culicchia disegno di Domenico Rosa

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci

Poco tempo fa ho scoperto per caso che su Discovery Real Time e Foxlife, due canali a pagamento, vanno in onda un paio di programmi intitolati rispettivamente Reparto Maternità e Bimbi fatti in casa. Entrambi mostrano donne che partoriscono e dunque neonati che vengono al mondo, senza l'ombra di un cavolo o di una cicogna. Non che io a quasi 44 anni creda ancora a cavoli e cicogne: sono diventato padre da poco, e ho assistito alla nascita di mio figlio. Lì, in sala parto, ho scoperto che l'ostetrica e il ginecologo erano un po' stupiti perché non mi ero portato dietro una videocamera. Sia come sia, quando mi capita di andare a sbattere in Reparto Maternità o in Bimbi fatti in casa cambio subito canale. Non giudico la qualità dei programmi in questione. È solo che non mi va di assistere a uno dei due momenti più privati nella vita di un essere umano, se l'essere umano in questione non è mio consanguineo. L'altro momento, va da sé, è la morte.
Sempre poco tempo fa ho anche scoperto di nuovo per caso che un artista tedesco, Gregor Schneider, ha proposto a un museo un'installazione consistente nella morte di un uomo. Non sotto forma di video o di fotografia o di scultura, ma per così dire di performance: la vera morte in diretta di un uomo reale. Per il momento pare che nessun museo abbia accettato di esporre l'opera, ma l'artista avrebbe già trovato alcuni volontari, quindi prima o poi anche il museo salterà fuori. Facile prevedere un gran successo di pubblico. Avete presente in autostrada, quando c'è un incidente? La speranza di vedere oltre alle lamiere contorte anche il sangue, i morti? (In questi casi corre l'obbligo di citare Crash, di James G. Ballard. Citato).
Ecco, nel momento in cui i confini tra pubblico e privato si fanno sempre più evanescenti, e tra le altre cose ci si pente a posteriori per tutto quello che si è raccontato sul proprio conto su Facebook senza sapere che lo si faceva per l'eternità (succede anche a persone normalmente ossessionate dalla famosa privacy, e attente perfino a ciò che buttano nei rifiuti: è paradossale, ma la nostra è diventata una stirpe di esibizionisti/guardoni e prima o poi ci si casca più o meno tutti), questo è quanto. Per ciò che mi riguarda, ho avuto la fortuna di nascere poco dopo la metà del secolo scorso, un'epoca in cui non usava filmare certe cose. E, dato che non ho nessuna intenzione di presentarmi volontario per l'installazione di Herr Schneider, spero vivamente che anche il mio congedo da questo mondo sarà una questione privata. Per il resto, tenete presente che la "mia" pagina su Facebook non l'ho aperta io. Ecco perché non rispondo ai post.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-