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Movimentare le opere d'arte

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Movimentare le opere d'arte

di Marco Carminati
Quante mostre si fanno in un anno? Nessuno lo sa con esattezza. E quante opere d'arte vengono "movimentate" a causa delle manifestazioni espositive? Anche qui, nessuno ha il computo preciso.
Però, quello di cui tutti sono consapevoli è il fatto che la protezione delle opere d'arte durante gli spostamenti costituisce una delle questioni più delicate in materia di tutela del patrimonio pubblico e privato, visto che il trasporto sottopone il bene a una serie di rischi che devono essere compresi, valutati e assolutamente prevenuti.
Il convegno su «La sicurezza nella movimentazione dell'opere d'arte» che si terrà a Roma venerdì prossimo rappresenta un momento di incontro e confronto tra tutte le realtà culturali ed economiche coinvolte in questa materia. Durante la giornata si parlerà del sistema e della regolamentazione dei prestiti, si assumeranno informazioni sulle nuove tecnologie a disposizione per la sicurezza delle opere d'arte, si affronterà il tema non secondario delle assicurazioni legate alle opere in viaggio.
La questione attualissima del trasporto in sicurezza delle opere d'arte è, in realtà, tutt'altro che attuale. Plinio ci racconta che gli ingegneri romani progettarono navi speciali per trasportare senza traumi dall'Egitto a Roma i colossali obelischi che oggi vediamo svettare nelle piazze della Capitale. Talvolta le opere d'arte erano considerate così importanti che il trasporto avveniva addirittura "a mano": conosciamo l'esempio clamoroso della Madonna del Rosario di Dürer che venne portata a piedi da Venezia a Praga da numerose squadre di eroici portantini.
La cosiddette "razzie" napoleoniche di opere d'arte nell'Italia di fine Settecento avvennero in realtà all'insegna della più grande cautela e professionalità. Gaspard Monge, il matematico posto da Napoleone a capo della task force incaricata di portare i capolavori a Parigi, costruì carri speciali per trasfortare i marmi, progettò rulli speciali per avvolgere le tele, si preoccupò di far realizzare casse e imballi a prova di bomba. Per l'Apollo del Belvedere e il Laocoonte diede il meglio di sè: «All'interno delle casse – scrisse il matematico – tra i tramezzi e le statue sono stati conficcati spessi stracci di lana. E le casse stesse sono state imballate, impagliate, legate e poste sopra una serie di stuoie di giunco arrotolate, per fare da molleggio e attutire la violenza delle scosse». Monge sentiva tutto il peso morale del suo compito: «Eventuali perdite o danni sarebbero irreparabili, e la Francia ne porterebbe la responsabilità di fronte al mondo intero».
Purtroppo sappiamo che l'ingegno dei trasportatori d'arte è stato costretto ad aguzzarsi soprattutto in momenti di crisi, in particolare in occasione di eventi bellici. Limitandoci ai tempi di pace, varrà la pena rievocare un trasporto davvero eccezionale: quello che portò la Pietà di Michelangelo dal Vaticano a New York nel 1964. Il trasporto avvenne via mare da Napoli. Venne costruita una cassa speciale capace di galleggiare ed emettere segnali luminosi e onde radio. La cassa non venne infilata nella stiva ma legata sul ponte, con dispositivi di sganciamento automatico in caso di malaugurato affondamento della nave. Per fortuna la traversata si svolse tranquillamente. Nel porto di New York, la gru agganciò la cassa e la sollevò, ma per un guasto improvviso si bloccò: per nove interminabili minuti la Pietà ondeggiò nel vuoto. Gli ispettori della compagnia di assicurazione di San Francisco (che avevano assicurato il capolavoro per 6 milioni di dollari) sbiancarono paurosamente. Poi, per fortuna, la gru si mosse.
Convegno a Roma

Venerdì 23 novembre presso la sede dell'Associazione Civita di Roma (piazza Venezia 11, informazioni: 06.692050221, vitalone@civita.it) si terrà il convegno organizzato da Civita e AXA art dal titolo «La sicurezza nella movimentazione
delle opere d'arte».
I lavori inizieranno alle ore 9,30 protraendosi per tutta la giornata. I relatori saranno G. Imperatori, R. Bargnani, M. Trimarchi, A. Campitelli, C. Strinati, G. Nistri, S. Olivero, S. Massa, S. Taglienti, E. Giani, A. Rossetti, A. di Canossa, P. Germano, A. Marcucci e M. Carminati.

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