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La Tate rifiutò 30 opere di Rothko

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La Tate rifiutò 30 opere di Rothko

La Tate Gallery di Londra rifiutò nel 1967 una generosissima offerta di 30 opere da parte del pittore Mark Rothko (1903-1970), perché temeva che l'artista li avrebbe voluti vedere tutti quanti esposti permanentemente. A rivelarlo è l'«Art Newspaper» da Londra secondo il quale l'errore commesso più di 30 anni fa sarebbe costato al grande museo sul Tamigi fino ad un miliardo di sterline (1,2 miliardi di euro). Tra le opere che il pittore aveva offerto all'allora direttore Norman Reid vi erano alcuni quadri, parte della retrospettiva del 1961 al Museum of Modern Art di New York ed alcuni dipinti murali commissionati nel 1958 dal ristorante Four Season, che l'artista aveva però deciso di non esporre nel locale perché, a detta sua, era il luogo dove «i più ricchi bastardi di New York mangiano e si mettono in mostra».
Delle 30 opere offerte, Reid ne accettò soltanto nove, esposte oggi nella cosiddetta «Rothko Room» della Tate Modern, una delle sale più popolari del grande museo d'arte contemporanea. Otto dei dipinti erano stati valutati all'epoca 330mila dollari, una somma piuttosto alta imparagonabile tuttavia al loro valore attuale, soprattutto alla luce delle cifre record che le opere di Rothko hanno raggiunto all'asta. A maggio del 2007 un suo dipinto del 1950, «White Center (Yellow, Pink and Lavender on Rose)» è stato venduto da Sotheby's New Tork per 72,8 milioni di dollari.
A fine settembre alla Biennale des Antiquaires di Parigi non è andata, invece, in porto la vendita – dopo una fitta trattativa con una grande museo francese – di un favoloso «Orange, Red, Yellow» (1956) dell'artista di origini russe, che campeggiava all'ingresso della Biennale, proposto dalla galleria L&M Arts di New York.

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